Silvia Romano è da poche ore atterrata all’aeroporto di Ciampino. Dopo 18 mesi di rapimento nelle mani di un gruppo islamista la giovane è stata liberata.
Il ritorno in patria di Silvia
Nel primo pomeriggio Silvia è tornata attraverso un volo proveniente da Mogadiscio. La sua prima dichiarazione una volta tornata in Italia è stata: “Sto bene per fortuna, fisicamente e mentalmente. Ringrazio le istituzioni, sono felicissima e ora voglio stare solo con la mia famiglia”. Secondo fonti investigative la giovane si è convertita alla religione islamica durante il tragico periodo del rapimento. Mentre i servizi d’intelligence italiani credono che la conversione sia il frutto della fragile condizione psicologica della ragazza, Silvia afferma: «Non sono stata costretta a sposarmi, la conversione all’Islam è stata una mia scelta spontanea». A Roma la ragazza è stata accolta dai familiari in lacrime, dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte e dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio.
L’inferno della giovane volontaria
La drammatica prigionia iniziata il 20 novembre 2018 in Kenya ha stravolto la vita della giovane volontaria dell’ONLUS Africa Milele. Le informazioni che circolavano sulle condizioni di Silvia Romano erano poche e spesso contraddittorie. Appena un anno e mezzo dopo il rapimento si sapeva solo che la volontaria era stata venduta ad un gruppo di terroristi somali. Ieri alle 5,17 il presidente Conte ha dato la sorprendente notizia: “Silvia Romano è stata liberata! Ringrazio le donne e gli uomini dei servizi di intelligence esterna. Silvia, ti aspettiamo in Italia!” è stato il tweet del premier.
Non si conosce però la situazione dei rapitori di Silvia. Gli otto membri della banda, alcuni di nazionalità somala e altri di nazionalità kenyota, erano stati messi sotto processo dalla Corte di Malindi. Attualmente uno dei terroristi di Al Shabaab è riuscito a fuggire.
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