
Gli occhi di tutta l’Italia sono puntati alla lotta contro il Coronavirus. L’opinione pubblica si catalizza verso quest’unico argomento, complice il bombardamento mediatico. Ma l’ONU denuncia un’altra enorme tragedia che stiamo ignorando: la piaga delle locuste. Distruggono i raccolti e divorano il cibo: mettono in ginocchio le famiglie africane.
I DATI DELL’ONU
Secondo i dati delle Nazioni Unite si tratterebbe di un invasione tra i 100 e i 200 miliardi di insetti voraci. L’ONU illustra anche l’aria colpita dalla piaga delle locuste che comprende numerose regioni africane: Kenya, Etiopia, Somalia. L’attacco è partito dallo Yemen ma in poche settimane hanno devastato zone vastissime, danneggiando circa 178 milioni di persone. Divorano tutto ciò che è commestibile – fili d’erba, foglie, alberi, coltivazioni. Molti ricercatori parlano della “peggiore invasione di cavallette degli ultimi 25 anni”.
SULLA “LOCUSTA DEL DESERTO”
Questi insetti sono in grado di riprodursi molto velocemente, depongono da 80 a 158 uova, 2-5 volte l’anno ogni 2-4 mesi. Inoltre, sfruttando il vento possono spostarsi anche di 150 chilometri in una giornata. I repentini cambiamenti climatici delle ultime settimane hanno agevolato le migrazioni. Ultimamente, infatti, quella zona è stata investita da due grossi cicloni e, successivamente, da due inondazioni. Questo ha sicuramente agevolato la riproduzione delle locuste, di ben 400 volte.
Le famiglie più lese sono, ovviamente, quelle che fondano la propria base economica sull’agricoltura. Il primo impatto della “piaga delle locuste”, infatti, è sicuramente il deterioramento della sicurezza alimentare. Quasi quattro milioni di bambini che stanno già soffrendo la fame sono ulteriormente in pericolo a causa delle devastazioni.
I PRONOSTICI SECONDO IL FAO
Davide Donati, vicepresidente Fao ha descritto lo scenario di una catastrofe. “Un piccolissimo sciame di un chilometro quadrato, può arrivare a consumare il cibo che consumano 35mila persone. In Kenya per esempio è stato individuato uno sciame di 40 per 60 chilometri di lato, 2.400 chilometri quadrati, vuol dire che ha il tasso di consumo di 85 milioni di persone in un pasto. Come la Germania”.
La denuncia arriva anche dal direttore per le emergenze, Dominique Burgeon. Il fenomeno, afferma, rappresenta l’ennesimo effetto dell’emergenza climatica. Allo stato attuale i danni causati dalle devastazioni ammontano a circa 76 milioni di dollari.
Tuttavia, si tratta di una situazione che si ripropone ciclicamente. L’ultimo caso risale al 2003-2005 quando le cavallette colpirono il Sahel causando enormi danni alla popolazione. In quella circostanza, le incursioni e le scarse precipitazioni determinarono il tracollo dell’economia africana, una vera e propria crisi alimentare.
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