Il giorno più importante delle primarie Dem
Da poche ore si è concluso lo spoglio dei voti nei 15 Stati che hanno votato durante il Super Tuesday (California, Texas, North Carolina, Virginia, Massachussets, Minnesota, Colorado, Tenesse, Alabama, Oklahoma, Arkansas, Utah, Maine, Vermont e Isole Samoa) . Nel vortice dei possibili candidati delle primarie Dem emerge il possibile sfidante di Donald Trump.
Joe Biden, l’ex vice-presidente di Barack Obama, è riuscito ad imporsi sui suoi compagni di partito conquistando 595 delegati. «È una notte straordinaria, siamo più vivi che mai» dichiara l’ex senatore del Delaware. All’inizio delle primarie Biden era considerato ormai fuori dalla corsa alla Casa Bianca, ma una serie di circostanze fortunate lo hanno riportato sulla cresta dell’onda.
Difatti, per la vittoria dell’ex vice di Obama, sono stati fondamentali gli endorsement di Pete Buttigieg e Beto O’Rourke. Il primo ha scelto di abbandonare la contesa dopo la sconfitta in South Carolina. “Dobbiamo riconoscere che a questo punto della gara, il modo migliore per mantenere fede a quegli obiettivi e ideali è quello di fare un passo indietro e aiutare a riunire il nostro partito e il nostro paese” ha dichiarato il sindaco di South Bend. Beto, che già aveva abbandonato le primarie a novembre, con il suo ritiro ha spianato la strada a Biden in Texas.
Gli sconfitti di martedì
Un fuoco di paglia si è invece rivelata la candidatura di Michael Bloomberg. L’ex sindaco di New York, che ha speso oltre 500 milioni di dollari nella propria campagna elettorale, ha ottenuto appena 5 delegati nelle Isole Samoa. È senz’altro uno dei flop elettorali più clamorosi della storia delle primarie Dem.
Non si è fatto attendere il tweet canzonatorio del presidente Trump, che dichiara: “Il vero perdente della serata è di gran lunga ’Mini Mike Bloomberg. 700 milioni di dollari buttati via per niente: le uniche cose che ha ottenuto sono il soprannome mini Mike e la totale distruzione della sua reputazione”.
La corrente radicale dei Democratici si lecca le ferite e medita sui possibili motivi della sconfitta di martedì. Le aggressioni alla campagna elettorale di Bernie Sanders ed il fuoco amico di numerosi colleghi di partito sono una possibile spiegazione. “(La mia campagna) È stata paragonata al coronavirus, all’invasione nazista della Francia” lamenta Sanders ai microfoni di Fox News.
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1 thought on “Politica: Primarie Dem, il possibile sfidante di Trump”