Le elezioni comuni hanno visto globalmente la vittoria del centro sinistra, appoggiato in taluni casi dal movimento 5 stelle, Bologna, Milano, Napoli sono andate al centro sinistra. Nella città partenopea ha vinto Gaetano Manfredi, ex-rettore dell’università Federico II e ministro dell’Università per il governo Conte II.
Bassa affluenza
A questa tornata delle elezioni amministrative si è confermato il dato dell’astensionismo che ha colpito poco più della metà degli elettori. L’affluenza alle urne è stata molto bassa con un dato definitivo dell’affluenza del 47%, alla scorsa elezione l’affluenza si attestò a circa il 54%. Oltre Manfredi, si potrebbe dire che
il vero vincitore è stata proprio la mancanza di un’interesse da parte dei napoletani verso l’elezione.
Manfredi chi ?
Gaetano Manfredi, nuovo sindaco di Napoli è ingegnere, ex studente, docente universitario ed ex rettore dell’università Federico II, oltre che Presidente della Conferenza dei Rettori Universitari Italiani. L’elezione di Manfredi a sindaco è il compimento di un lungo percorso che non lo vede completamente outsiders, ma più che altro tecnico prestato più volte al mondo della politica. Le precedenti esperienze di Manfredi sono state: il ruolo di consigliere tecnico del ministro per le Riforme e Pubblica amministrazione Luigi Nicolais del Governo Prodi II del 2006. Successivamente è stato scelto per il ruolo di ministro dell’università del governo Conte II, cosa che lo ha fatto apprezzare dal movimento che si in questa maniera si è spinto a sinistra verso il pd.
Un largo consenso, relativo
Abbiamo già detto che il vero vincitore delle elezioni amministrative 2021 a Napoli è stato l’astensionismo, ma,
a ogni modo bisogna riconoscere il risultato di Manfredi.
L’ex-rettore della Federico II ha potuto contare su ben 13 liste che lo sostenevano, una platea trasversale che comprende sia il Partito Democratico che il Movimento 5 Stelle. Ai due maggiori azionisti si sono poi aggiunte le liste civiche e quelle con ex Dema e FI. Va considerato, al netto delle preferenze per Manfredi e le sue liste, che la coalizione vincente della sinistra/movimento5stelle/civiche ha vinto con circa il 65% dei voti, il centro destra si è fermato al 21% e il restante alle liste minori, che buona parte dei napoletani si è astenuto.
L’astensione di per sé è stata un’intenzione di voto probabilmente, dettata da un’indecisione dell’elettorato, verso candidati che di fatto non hanno saputo catalizzare completamente l’attenzione dei napoletani. L’offerta elettorale è stata al quanto variegata quest’anno con esponenti navigati della politica, come Antonio Bassolino, forse il vero grande sconfitto morale di queste elezioni assieme a Alessandra Clemente, membro dell’amministrazione uscente, giovane e motivata, ma che ha pagato lo scotto di un’amministrazione De Magistris non particolarmente brillante nella sua ultima fase. Catello Maresca, candidato per il centrodestra ha riconosciuto la sconfitta, fermandosi a una percentuale tra il 19 e il 23%.
Il “magistrato e l’ingegnere” sono stati i veri outsiders e cavalli da corsa di queste elezioni e che hanno catalizzato l’attenzione del pubblico, poco in numeri, che ha partecipato.
I 100 giorni di Manfredi
In sintesi la vittoria di Manfredi è stata parziale, perché espressione di solo una fetta della popolazione, sostanzialmente come i risultati delle ultime politiche nazionali, dove l’astensionismo è stata la pratica comune. La politica in questi tempi si è dimostrata più lontana e incompetente di sempre, la presenza di una membro “laico” nell’organigramma di Palazzo San Giacomo dovrebbe portare una ventata di freschezza.
Oggettivamente Manfredi è un’uomo abituato a grandi progetti, andando oltre le simpatie personali o meno che si possono avere per la sua figura, si deve riconoscere che il programma da lui presentato è focalizzato al miglioramento delle “condizioni di vivibilità di Napoli.
La maratona di 100 giorni del nuovo sindaco comprendono i punti sociali, trasporti e infrastrutture, snellimento della burocrazia.
In primis è prevista una semplificazione della burocrazia tramite informatizzazione e snellimento delle pratiche, la città deve diventare un’attrattiva per le imprese. Creare lavoro attraverso capitali e allo stesso tempo permettere a una larga fascia della popolazione, depressa da una lunga situazione di stagnazione economica e la pandemia di riprendersi. Vanno rilanciati i collegamenti imprenditoriali del porto di Napoli e dell’intera area costiera, sia sotto il profilo industriale che sotto quello attrattivo turistico con un’attenzione particolare per Bagnoli.
I trasporti dovranno essere migliorati, sia con nuovi macchinisti e vetture su ferro e gomma per ANM, sia tramite il completamento della Linea 1 e la ripartenza della Linea 6. Nei piani del nuovo sindaco vi sono poi il collegamento di Napoli con una linea diretta tra la TAV di Afragola, a oggi una cattedrale nel deserto, e la zona nord di Napoli che attraverso una nuova linea metropolitana, la Linea 10 dovrebbe snellire parte del trasporto pubblico e su ferro.
L’urbanistica poi prevede il rilancio di Bagnoli e delle altre aree depresse della città sia con una politica abitativa attiva con l’acquisto e ristrutturazione degli immobili sfitti e fatiscenti per colmare il problema della disponibilità abitativa, sia tramite un miglioramento e potenziamento generale delle politiche sociali.
Il nuovo sindaco di Napoli ha dalla sua una lista di “buoni propositi” a cui dar seguito nei prossimi 100 giorni di governo, una cifra simbolica che da il peso di quanto ci si aspetti ora da Manfredi. è pur vero che il nuovo sindaco, ha una bella maggioranza in consiglio comunale, ma che è figlia di una larga coalizione che dovremo vedere ora se terrà anche dopo le elezioni e sulla lunga distanza.
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