Pietro Nicolodi si racconta. Mister Bundesliga a tu per tu con il Corriere di Napoli in una nuova puntata di FaceToFace. Nel corso di una diretta su Facebook, i redattori Mattia Esposito e Ferdinando Gagliotti hanno intervistato la voce del campionato tedesco che da anni ci accompagna nelle gesta dei campioni di Bayern Monaco e non solo. Tra calcio e la passione per il giornalismo, Pietro Nicolodi si racconta per spiegare come affrontare le difficoltà del lavoro con più privilegi al mondo!
-M: Ciao Pietro! Come stai? Come hai passato la quarantena?
–P: Tutto bene dai. È stato un mezzo inferno stando da solo a Milano, facendo videochiamate con i miei familiari a Bolzano. Ho cercato di far passare il periodo ho guardato film e fatto un po’ di cyclette.
-F: Fortunatamente ora abbiamo il calcio…Secondo te per quanto tempo dovremo vedere questo tipo di calcio?
–P: Credo per parecchio. Almeno in Germania sino al 31 agosto non ci saranno manifestazioni con il pubblico. Forse da settembre ma non sono troppo fiducioso perché ci vuole cautela: bisogna adattarsi a questo contesto, anche se non ci piace. Pur di vedere le partite, ce lo facciamo bastare e piacere.
-M: Giocare senza mascherina non è un controsenso considerando i panchinari che la indossano?
–P: Beh, è un caso un po’ particolare. Sicuramente va tenuto conto di ciò che avviene durante la settimana, perché ci sono controlli che permettono di monitorare la situazione interna alle squadre. Sicuramente la mascherina in panchina fa un po’ ridere ma può dare l’esempio anche ai cittadini considerando che i calciatori, essendo idoli, possono essere modelli da seguire.
–F: La Bundesliga è tornata a giocarsi: come hai trovato i giocatori in condizioni psico-fisiche?
–P: Credo che in queste prime uscite sono state agevolate le squadre che hanno più qualità, mentre quelle meno attrezzate che si affidano alle tifoserie, magari in casa, come l’Union Berlino, sono limitate. Quella “garra” si è un po’ persa in alcune squadre. Per il resto è la solita pazza Bundes.
–M: Il Borussia e il Lipsia possono contendere il titolo al Bayern soprattutto dopo aver dimostrato un gioco spumeggiante dopo queste uscite?
–P: Tutto dipenderà dal “Klassiker” di martedì tra Borussia Dortmund e Bayern Monaco. Se dovesse vincere la squadra di Favre permetterebbe di accorciare: occhio anche al Bayer Leverkusen che è la squadra più in forma del momento e deve ancora affrontare il Bayern.
-F: Si può fare un discorso analogo con la Serie A in termini di gerarchia?
–P: In queste prime due giornate di Bundes, si potrebbe verificare una situazione simile. Anche se le squadre che erano in crisi sono rimaste così, tranne l’Hertha Berlino che cambiando allenatore ha cominciato a giocare finalmente a calcio.
–M: A proposito del calcio italiano, il comparto calcistico avrà lo stesso spirito di responsabilità?
–P: Bisogna avere un atteggiamento simile anche per riprendere e garantire magari introiti ed evitare nuovi problemi. Mi viene in mente il Bayern Monaco: da 35 anni ha un bilancio positivo e grazie a ciò, può subire una crisi mondiale del calcio del genere. E lo dimostra il lavoro di queste settimane come i rinnovi effettuati.
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Pubblicato da Corriere di Napoli su Domenica 24 maggio 2020
-F: Hai parlato di soldi quindi possiamo dire che il calciomercato ne risentirà. Come vedi la situazione?
-P: Sarà divertente, perché magari i club inglesi non potranno più spendere come prima mandando alle stelle i prezzi. La Premier League è in crisi. Chi ha scout buoni potrà essere agevolato trovando gemme sconosciute. È complicato il sistema americano stile NBA, si potrebbe provare ma non saprei.
–F: Da dov’è nata la passione per il giornalismo?
–P: È nata sin da quando ero alle elementari: l’ordine maniacale di come avevo gli appunti e i risultati era sconosciuto nei banchi di scuola. Il mio sogno era diventare uno sportivo ma le qualità non erano eccelse quindi ripiegai sulla voglia di vedere sport gratis. Non voleva fare chissà cosa, ma volevo vivere lo sport, tanto è vero che seguivo tutte le partite anche di notte. È divertente ma ad un certo punto dovetti smettere per questioni di salute. All’inizio la gavetta è stata dura ed era un lavoro, poi ho avuto la fortuna di andare avanti ed è diventato un divertimento più che altro perché ti dà la possibilità di vedere grandi eventi. Un lavoro bello ma anche stressante: quando seguivo le Olimpiadi, tornavo a casa con 9 kg in meno.
-M: Qual è stata l’Olimpiade più emozionante?
–P: Lo sono tutte ma la prima, Invernale, a Salt Lake City, è stata come quando un bambino va al lunapark e vede i suoi giochi preferiti. La situazione era spiacevole perché post 11 settembre e infatti quando mi controllavano era costretto a spogliarmi a -20 kg per le cose che suonavano. Pur essendo un appassionato di Olimpiadi invernali, quelle che preferisco di più sono quelle di Londra 2012 con un’atmosfera pazzesca.
-F: Qual è la parte più difficile del tuo lavoro?
–P: C’è una parte pratica che ti fa perdere i giorni delle persone normale: il week-end non ci sei mai e hai il giorno libero quando gli altri non ci sono, quindi la vita sociale ti viene tolta e spesso in molti non reggono. Ci sono difficoltà tecniche, perché devi avere una predisposizione in cui ha concentrazione e conoscenza per formarti e conoscere, che credo sia la parte più divertente quando hai un minimo di tempo. Preferisco più parlare che in studio, magari in radio. Sono più contento di fare 18 telecronache che 2 in studio.
-M: Quale consiglio puoi dare a noi giovani ad aver pazienza per entrare in questo mondo?
–P: Non so se dire purtroppo o per fortuna, ma oggi ci sono i social ed internet. Quando ho cominciato, scrivevo per il secondo giornale della città di Bolzano, che non esiste più peraltro oggi. È un inserto del Corriere della Sera. Un minimo di soddisfazione economica c’era, poi sono entrato in tv occupandomi di tutto, dall’arte alla cronaca e ovviamente lo sport ed era faticoso. Bisogna aver fortuna, come me che pur vivendo in un posto piccolo e poco conosciuto, ma c’è una grande tradizione sportiva.
-F: La presenza di social network secondo te è un bene o un male dando possibilità a tutti di fare “giornalismo”?
–P: Dipende perché ci sono blog con tanta qualità. Poi ci sono siti in cui ti pagano oppure altri dove ti sfruttano: c’è più possibilità di cominciare ma forse meno ad andare avanti. Anche se nel nostro caso è accaduto lo stesso: ho cominciato con le cronache di 2a Categoria ed eravamo tardi ma alla fine siamo rimasti in poco. Magari attraverso determinati stage si possono ottenere buone chance.
–M: Parlando di tennis, un tuo concittadino in particolare: un parere su Jannik Sinner?
–P: Sembrerebbe molto forte: ha un rovescio devastante, come testimoniano persone che l’hanno vista da vicino oppure fenomeni come Roger Federer e Novak Djokovic. Dato che il tennis è un insieme di cose, Sinner è ben dotato e anche ben assistito anche se questa pausa gli ha bloccato in parte la carriera. Ovviamente questo stop avrà delle pesanti conseguenze in ogni ambito, sportivo e quindi professionistico e dilettantistico, oppure della vita di tutti i giorni.
-M: Le partite più belle mai commentate?
–P: Parlando di calcio, nulla potrà mai superare il 4-4 tra Borussia Dortmund e Schalke 04: sul 4-0 ero preoccupato nel pensare “ed ora cosa racconto?”. Dopo il 4-1 però, le facce dei giocatori mi fecero pensare che sarebbe potuta cambiare la sfida: alla fine, Naldo decise il match con un pareggio assurdo. Ci sono tantissime sfide anche in altri sport ma potremmo averne sino a domani!
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