InterAction Napoli: questo il titolo della mostra in corso alla Fondazione Made in Cloister a cura di Demetrio Paparoni. Una mostra visitabile dal 12 marzo al 17 settembre 2022
Si tratta della prima edizione di una nuova rassegna internazionale con cadenza biennale, in cui ben 28 artiste e artisti da tutto il mondo – tra i quali Laurie Anderson, Maurizio Cattelan, Julian Schnabel, Peter Halley, John Armleder, Joana Vasconcelos, Jason Martin, Gottfried Helnwein, Nicola Samorì, Mimmo Paladino, Sergio Formiello, Liu Jianhua, Wang Guangyi e molti altri – hanno realizzato Installazioni site specific, ma anche tele e sculture, pensate per intervenire in quest’azione sinergica all’interno del chiostro rinascimentale di Santa Caterina a Formiello a Napoli.
Un dialogo costante tra artisti, installazioni e spazi che trasmette un preciso messaggio sociale, culturale, politico e dialogico. L’apparato espositivo di InterAction Napoli si pone infatti come un’azione sinergica in cui nonostante le diverse poetiche e composizioni formali che caratterizzano le singole opere, i singoli elementi si relazionano per costituire un insieme, interagendo nella loro individualità.
Si ribadisce quindi l’importanza dell’«azione» che diventa «cooperazione». In questo senso «il titolo della mostra rimarca infatti l’esigenza di coniugare il “fare” con il “costruire insieme» afferma il curatore della mostra Demetrio Paparoni.
Un inno alla promiscuità, alla mescolanza, all’azione sinergica, all’individualità che si fa azione collettiva. Un cuore che unisce quello di InterAction Napoli, caratterizzato da una struttura espositiva che dal centro diverge verso le altre opere producendo in un dialogo continuo e inesauribile. Flaming Heart, di Joana Vasconcelos, si erige infatti al centro dell’impianto monumentale, in corrispondenza dell’essiccatoio ligneo borbonico, disponendosi a raggiera e diventando un interstizio tra le altre opere.
InterAction contrappone il dialogo al conflitto, cercando di mutare la concezione di differenza come ostilità in diversità come identità e sinergia, attraverso il dialogo tra i vari linguaggi espressivi e la visione del mondo degli artisti stessi. La struttura espositiva diventa quindi uno spazio condiviso finalizzato al dialogo e all’integrazione.
La fondazione e la rigenerazione urbana del quartiere
Dialogo e integrazione sono gli stessi perni su attorno ai quali la fondazione muove le proprie iniziative, creando un legame forte con la comunità ed il territorio. Made in Cloister nel 2012 con lo scopo di restaurare il chiostro cinquecentesco di Santa Caterina a Formiello che versava in uno stato di totale abbandono, per destinarlo a un centro di arte espositivo e performativo in dialogo con il quartiere.
La storia del luogo e la sua posizione hanno definito il progetto di riconversione: recuperare una parte del patrimonio culturale della Città di Napoli per destinarla al rilancio delle tradizioni artigianali rinnovandole con spirito contemporaneo attraverso la realizzazione di progetti con artisti e designers internazionali.
La sede, trovandosi nell’area di Porta Capuana, è sensibile alla ricchezza di storia e del patrimonio artistico culturale che caratterizza una delle aree di Napoli dalle maggiori potenzialità di sviluppo. È per questo che, attraverso progetti e programmi culturali, la fondazione ambisce alla valorizzazione dell’area e a migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti.