La scorsa settimana abbiamo scoperto la Chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina. Proseguendo lungo la collina di Mergellina e superando la fontana del Sebeto, un’architettura neoclassica si erge maestosa dal costone tufaceo di Via Posillipo e colpisce il nostro sguardo. È Villa Doria D’Angri, che troneggia il mare di Posillipo.
Villa Doria d’Angri: una “casina di delizie” nel cuore di Posillipo
Villa Doria d’Angri è la più importante villa neoclassica della nostra città; bella e sontuosa domina incontrastata la Collina di Posillipo, godendo di una posizione privilegiata sul Golfo di Napoli: a metà tra il Vesuvio e Palazzo Donn’Anna.
Pare che il principe Marcantonio Doria, principe di Angri- uomo colto, dai gusti raffinati e intimo amico di Ferdinando di Borbone-ricercasse un luogo “fuori città” dove poter costruire la propria “casina di delizie”, come luogo ricreativo e di svago dove poter invitare i suoi ospiti. Quale posto migliore per prendere commiato dagli affanni, se non Posillipo- da “Pausylipon” che significa “Pausa dal dolore”-.
Il Principe Marco Antonio Doria non fu l’unico a subire il fascino del luogo; anche Wagner trasse ispirazione da questa magnifica villa per la realizzazione di una delle sue opere più importanti.
Villa Doria d’Angri: la sala Wagner
In un piano sequenza perfetto, che dalla sala principale passa attraverso la sala degli specchi e si conclude nella terrazza scoscesa, a ridosso del mare, qualcosa attrae il mio sguardo, accecato da cotanta meraviglia- Mi sovviene Dostoevskij:“La bellezza salverà il mondo”…- è una lastra marmorea, che recita:
“In questa sala protesa sull’azzurro del mare Richard Wagner lavorò al Parsifal dal Gennaio all’Agosto 1880, e al tramonto del 22 maggio, dalla pagina compiuta le note sublimi schiusero per la prima volta le porte del tempio del graal, con Cosima, i figli, gli amici testimoni del prodigio di musica”.
Nella sala degli specchi aleggia un’atmosfera onirica; a Villa Doria d’Angri sembra di vivere in un mondo sospeso; tutto è “bello” e “sublime”; mi rifletto in quegli specchi e mi sembra di essere all’interno di una coloratissima “Manège à chevaux”-antica giostra con cavalli-.
Fu “Qui dove il Mare luccica e tira forte il vento”- citando il testo di “Caruso”, uno dei brani più suggestivi di Lucio Dalla e dedicato al celebre tenore Enrico Caruso– che Wagner e i suoi amici trascorrevano le loro serate, tra eventi teatrali e serate musicali; durante una di queste serate, Il 22 Maggio 1880, in occasione del suo compleanno, suonò per il diletto di familiari- sua moglie Cosima Listz e i suoi figli- ed amici l’anteprima del primo atto del “Parsifal”, che aveva finalmente ultimato.
Fu qui che Wagner riuscì ad uscire dal suo blocco psicologico, che gli impediva di completare il Parsifal. Me lo immagino così, Wagner, con il suo pianoforte, al centro della Sala degli specchi che ormai prende il suo nome, con lo sguardo proteso verso il mare-“Sentì il dolore nella musica, si alzò dal pianoforte, ma quando vide la luna uscire da una nuvola, gli sembrò più dolce anche la morte”-.
Villa Doria D’Angri: La “Pagoda”
A rendere ancora più suggestiva la visita a Villa Doria d’Angri ci pensa una bizzarra costruzione che notiamo se volgiamo il nostro sguardo verso Palazzo Donn’anna, sulla parte destra della terrazza: la Pagoda. Questa torretta in stile cinese trae origine dalla moda della “Chinoserie” che si diffuse-contemporaneamente a quella del giardino- in Europa nel XVIII secolo. Questa “Follia” costruttiva, opera di Antonio Francesconi, rappresenta un “Unicum” nella nostra città. Essa aveva sia uno scopo decorativo che pratico, infatti venne adibita, dai nobili proprietari, a sala da thè. Originariamente era riccamente decorata con madreperla e conchiglie, oggi sono ancora visibili i campanelli di bronzo sulle tre guglie, che suonano con il moto del tempo.
Visitando Villa Doria D’angri– l’ingresso è gratuito previa prenotazione- è veramente difficile non avvertire i sintomi della cosiddetta “sindrome di stendhal”-nel senso buono ovviamente!-. Questa architettura è-citando Goethe- “musica congelata”.
Ma come si dice? Vedi Napoli e poi muori!
All Images 2021 © Martina Esposito
Bellissimo viaggio che coinvolge i sensi e invita alla visita. Splendide le foto di una città che non smette mai di sorprendere e affascinare.Complimenti per l’esposizione.
Una narrazione scorrevole che incanta e invita a visitare subito i luoghi descritti già ammirabili dalle splendide foto di scorci di una bellissima città.
Grazie!