Uroboro: Giangiacomo Feltrinelli, l’editore rivoluzionario. Episodio n.14 di “Uroboro”, una rubrica nella quale analizzeremo una volta a settimana un evento storico riguardante il passato recente e non.
PERCHE’ “UROBORO”
Mentre studiavo per l’università, mi sono imbattuto nel mio vecchio libro di filosofia. Riaprendolo, ho riletto il pensiero di Nietzsche riguardo il concetto di storia. Più nello specifico, mi sono soffermato al pensiero di eterno ritorno dell’uguale. Incuriosito, sono andato a cercare una definizione per spiegarla: si parla di una teoria che si ritrova genericamente nelle concezioni del tempo ciclico, come quella stoica, per cui l’universo rinasce e rimuore in base a cicli temporali fissati e necessari, ripetendo eternamente un certo corso e rimanendo sempre se stesso. Esiste, inoltre, un simbolo molto antico, presente in molti popoli e in diverse epoche: l’uroboro. L’uroboro rappresenta un serpente o un drago che si morde la coda, formando un cerchio senza inizio né fine. Rappresenta il potere che divora e rigenera se stesso, la natura ciclica delle cose, che ricominciano dall’inizio dopo aver raggiunto la propria fine.
GIANGIACOMO, GIANGI, OSVALDO
Il 19 giugno 1926 nasce a Milano Giangiacomo Feltrinelli. Un nome che non vi è nuovo, vero? È l’uomo che da il nome alla catena di negozi più importante d’Italia e tra le più importanti d’Europa nel settore dei libri. Il contesto familiare in cui nacque Feltrinelli era agiato, se non agiatissimo. Il padre, infatti, era proprietario di numerose aziende, ognuna in ambiti diversi tra loro. Eppure l’infanzia e l’adolescenza di quel ragazzo milanese benestante non fu sempre felice.
Il papà, infatti, morì nel 1935, lasciando il figlio e la moglie al loro destino. Nel frattempo la madre si risposò, lasciarono la loro magione di famiglia per trasferirsi nei pressi di Grosseto. In quel periodo Feltrinelli era un estimatore del fascismo. Può sembrare assurdo, conoscendo a posteriori la sua storia, ma era così. Cambiò radicalmente idea dopo aver parlato con un giornalista, Antonello Trombadori, che lo convinse addirittura ad arruolarsi nella Resistenza comunista.
CASA EDITRICE, PRIME PUBBLICAZIONI E MINACCE
Durante il dopoguerra, iniziò a raccogliere ogni tipo di documento utile a ricostruire la storia del movimento operaio e dell’Illuminismo fino ai nostri giorni. Un po’ come la biblioteca d’Alessandria, in Egitto, anche se più in piccolo. È questo l’indizio che ci consente di comprendere come e perché nel 1954, 6 anni dopo, Giangiacomo Feltrinelli fondò la ‘Giangiacomo Feltrinelli Editore’.
Tra i primi libri pubblicati dalla sua casa editrice ce ne fu uno su tutti a far scalpore: Il dottor Zivago di Boris Pasternak. Inizialmente quel libro non fece una buona pubblicità alla nuova casa editrice milanese. Il libro, infatti, nascondeva sotto la narrazione di un amore struggente per due donne una denuncia sociale al regime sovietico in cui l’autore stesso viveva. Nel 1958, però, Pasternak vinse il premio Nobel. Da quel momento in poi Feltrinelli non venne lasciato in pace mai più, ricevendo continue minacce (esterne ed interne al nostro paese).
SARDEGNA COME CUBA ED UNA MORTE MISTERIOSA
Nel 1968, Feltrinelli decise di recarsi in Sardegna per parlare con gli attivisti dell’estrema sinistra del posto. Alcuni documenti post mortem (1996 ca) parlano di un’idea che, ad oggi, sembrerebbe ridicola: ispirato da Che Guevara, voleva rendere la terra dei nuraghi, del pane carasau e di Gigi Riva un po’ come Cuba.
Il 15 marzo 1972, nei pressi di un traliccio, a Segrate, venne trovato il corpo di un uomo sconosciuto. Inizialmente si pensava fosse un cittadino che si trovasse lì con l’intenzione di tagliare i fili conduttori di luce in tutta Milano. Solo qualche ora dopo, però, il commissario mandato sul posto, Luigi Calabresi, scoprì che quell’uomo era in realtà Giangiacomo Feltrinelli. Mille sono le domande alle quali , nel corso di questi 48 anni, tantissime persone hanno tantissime persone. Perché si trovava lì, si era tolto la vita erroneamente o era stato ucciso? Se sì, da chi è per quali motivi? Tante ipotesi, tante illazioni, tanti documenti discordanti, ma quante verità?
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