Malafemmena. Torna ancora una volta, la rubrica del Corriere di Napoli dedicata alla storia della canzone napoletana, CantaNapoli. Oggi racconteremo uno dei brani più affascinanti della cultura partenopea, “Malafemmena”.
Scritta nel 1951 da Antonio de Curtis, conosciuto come Totò, partecipò alla gara del celebre “Festival di Piedigrotta” dello stesso anno. Fu resa celebre dall’interpretazione di Giacomo Rondinella, ma se in molti oggi conoscono ancora la canzone “Malafemmena” è sicuramente grazie alla versione di Teddy Reno, nel film “Totò, Peppino e la… Malafemmena” di Camillo Mastrocinque.
Totò ha raccontato che questo brano nacque durante un suo soggiorno a Formia. La storia d’amore che la canzone racconta, è rivolta a una donna affascinante, che fa soffrire, quasi insensibile e addirittura malvagia, chiamata dall’autore con il termine malafemmena, che in italiano è traducibile con “prostituta”.
Per anni, i napoletani si sono chiesti a chi fosse rivolta questa canzone. Liliana De Curtis, figlia di Totò, dirà solo tanti decenni dopo che il brano era dedicato a Diana Rogliani, nonché sua madre e moglie di Totò, fino al ’50. Diana prende il nome di “Malafemmena”, poiché nonostante si fosse separata dal Principe della risata, aveva fatto il patto di dividere il talamo con lui fino al matrimonio della figlia. Rogliani però infranse il patto, se ne andò di casa e si risposò con un altro uomo nel 1952. Nonostante questo, rimase in buoni rapporti con Totò.
Il brano più celebre di Totò, è stato interpretato da parecchi cantanti: Renzo Arbore, Lucio Dalla, Mario Trevi, Enzo Jannacci e tanti altri.
“Malafemmena” resta sicuramente uno dei prodotti più sensazionali e belli di un genio napoletano del ventesimo secolo.
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