
Il Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan in un discorso televisivo ha chiesto all’UE di “aprire le porte ai migranti”. Appena ieri il leader turco, in ossequio del trattato siglato con l’Unione Europea il 18 marzo 2016, aveva invece deciso di bloccare i profughi siriani diretti in Grecia.
La crisi migratoria tra Turchia e Grecia
La nuova decisione intrapresa da Erdoğan inasprisce il conflitto già esistente tra Turchia e Grecia. Una crisi che si combatte sulla pelle dei rifugiati siriani.
Sabato le forze dell’ordine greche hanno sparato del gas lacrimogeno contro un gruppo di migranti. I rifugiati, che hanno tentato di superare il confine di Kastanies, chiedevano a gran voce l’apertura del confine.
Risale invece a lunedì scorso la notizia del respingimento di un gommone da parte della Guardia costiera greca. Nel video riportato dal Telegraph è possibile osservare i militari greci che sparano in aria e spingono con un bastone l’imbarcazione dei rifugiati.
Ieri Erdogan aveva ordinato alla Guardia costiera turca di bloccare i migranti che provavano a raggiungere le isole greche. Decisione che non ha migliorato le relazioni tra Grecia e Turchia: il primo ministro greco Kyriakos Mitsotakis ha definito “morto” il patto UE-Turchia sulla questione migranti.
L’incontro di domani tra Erdogan, Michel e Von der Leyen
“Aprite le porte e siate liberi da questo peso: fateli andare negli altri Paesi europei. ”, ha affermato il presidente Erdoğan ai microfoni della televisione turca. “Ho intenzione di discutere le questioni migratorie con l’UE e voglio ritornare in Belgio con risultati diversi” ha aggiunto l’ex sindaco di Istanbul.
L’incontro di domani è confermato dal portavoce del presidente del Consiglio Europeo Barend Leyts. Il collaboratore di Charles Michel dichiara su Twitter: “Il presidente del Consiglio europeo e la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen incontreranno il Presidente della Turchia Erdogan, lunedì 9 marzo alle 18 a Brussels, per discutere delle questioni UE-Turchia, che includono immigrazione, sicurezza, stabilità nella regione e crisi in Siria.”
Iscriviti alla pagina Facebook
Seguici su Instagram
Iscriviti al nostro canale YouTube