La settimana scorsa abbiamo scoperto Palazzo Venezia, che è stato sede dei consoli veneziani a Napoli per ben quattrocento anni. Il legame tra Napoli e Venezia è rintracciabile anche nel “sogno dorato” di Lamont Young, conosciuto anche come “Il signore dei castelli” di Napoli. Scopriamo perché.
Lamont Young il “signore dei Castelli”di Napoli
Lamont Young è stato un architetto e inventore eclettico, che definirei “d’avanguardia”. Nato a Napoli da genitori britannici, in esso confluirono la sensibilità tipica del romanticismo inglese e la fantasia accesa e visionaria, che contraddistingue la città partenopea.
Edoardo Scarfoglio era un suo caro amico e lo definì come “il signore dei castelli in aria”, per l’utopismo delle sue idee; molti dei suoi progetti, infatti, non furono mai realizzati. Nella nostra città conserviamo due suoi meravigliosi castelli: Castello Aselmeyer e Villa Ebe.
Castello Aselmeyer e Villa Ebe
Castello Aselmeyer è Il suo più grande capolavoro, un diamante incastonato nella roccia di tufo,che sovrasta la collina di Corso Vittorio Emanuele, nel quartiere Chiaia. Il Castello Aselmeyer fu progettato inizialmente come albergo per i turisti, diventò in seguito la sua dimora privata per poi essere venduta al banchiere Carlo Aselmeyer, quando l’architetto decise di trasferirsi sull’isola della Gaiola.
Villa Ebe, dedicata alla moglie Ebe Cortazzi, fu la sua ultima creazione, infatti Lamount morirà poco dopo, suicida, nel 1929. Villa Ebe domina la Collina di Pizzofalcone, sul Monte Echia. Qui, su queste rampe, Lamont Young immaginò un albergo imponente e panoramico, a testimonianza della precisa volontà di rendere Napoli un’importante polo turistico a livello europeo. Villa Ebe, purtroppo, nel 2000 andò in fiamme a seguito di un incendio e fu gravemente danneggiata. Anche gli interni che comprendevano arredi e oggetti di gusto raffinato, così come la meravigliosa scala elicoidale subirono danni irreversibili. All’ingresso è ancora visibile la targa commemorativa con su scritto: “Lamont Young. Napoli 1851-1929. Utopista, inventore, ingegnere di una Napoli moderna”.
Castello Aselmeyer e Villa Ebe presentano i caratteri tipici della cifra stilistica di Lamont Young: l’utilizzo della pietra vesuviana “viva”, il ricorso ad elementi gotici: archi ogivali, vetrate policrome, facciate in bugnato, torri merliate, interni in legno con decorazioni ed intarsi di ispirazione botanica e floreale tipici dello stile “liberty”.
All Images 2021 © Martina Esposito
Lamount Young e il Rione Venezia
Il sogno dorato di Lamont Young consisteva nella realizzazione del Rione Venezia per la zona di Posillipo e Bagnoli, che sarebbe stata percorsa da canali, proprio come la città lagunare. Il suo progetto aveva anche fini pratici e rappresentava una soluzione al traffico cittadino. Napoli sarebbe diventata una piccola Venezia, con le case, i portici e i giardini che si riflettono nell’acqua, come in uno specchio.
La storia di Lamont Young mi ricorda uno spot che ho amato particolarmente: si chiamava “Think Different” e fu prodotto per la campagna pubblitaria Apple nel 1997. In questo spot si celebrava la diversità e in sottofondo, la voce di Dario Fo, ci sussurra parole inobliabili, in un monologo meraviglioso:
“Dedicato ai Folli, agli anticonformisti, ai ribelli, ai piantagrane, a tutti colori che vedono le cose in modo diverso. Costoro non amano le regole, specie i regolamenti, e non hanno nessun rispetto per lo status quo. Potete citarli, essere in disaccordo con loro, potete glorificarli o denigrarli..ma l’unica cosa che non potrete mai fare è ignorarli..perchè riescono a cambiare le cose, perchè fanno progredire l’umanità. E mentre qualcuno potrebbe definirli “folli”, noi ne vediamo il genio. Perchè solo coloro che sono abbastanza folli da pensare di cambiare il mondo…lo cambiando davvero.”
Dedico questo articolo ai “folli”, ai creativi e ai sognatori; come Lamont, come me.