Uno dei più importanti artisti napoletani a cavallo tra il XIX e il XX secolo è stato senza dubbio Vincenzo Gemito. Un animo inquieto, dedito alla realizzazione realistica e autodidatta lontano dal formalismo dell’Accademia. Nonostante sia stato autonomo rispetto alla forma accademica non disdegnò la copia del classico come il Narciso del museo Archeologico.
Gemito
Gemito, come abbiamo già detto per il Giocatore di Carte, fu un’artista autodidatta mosso da un sincero sentimento di interesse e sperimentazione per l’arte plastica. Vincenzo venne lasciato in tenere età all’orfanotrofio dell’Annunziata dove venne poi adottato da una coppia che aveva da poco perso il figlio.
Potremmo parlare di fortuna o segno del destino, ma fatto sta che il giovane era portato per l’osservazione e la riproduzione delle arti e il padre adottivo fosse un artigiano, cosa che permise di iniziare il giovane allo studio delle belle arti. Nel 1862, poco più che bambino, divenne allievo di Stanislao Lista, grande artista anticonformista della Napoli ottocentesca e successivamente, nonostante potesse frequentare il Regio Istituto di Belle Arti preferì la ricerca indipendente.
Per tutta la vita Gemito fu un artista che non poteva essere incasellato nelle normali categorie generalmente in uso,
era irrequieto, segnato da una vita che non fu facile sin dalla tenere età e che neanche dopo il successo della Promotrice del 1870 lo lasciò sereno.
Villa Pignatelli
Il Narciso fa parte della collezione del Museo Diego Aragona Pignatelli Cortés nato a metà del secolo scorso dopo la donazione della villa Pignatelli allo Stato Italiano da Rosina Pignatelli. La meravigliosa villa sulla riviera di Chiaia venne realizzata in epoca borbonica come residenza di Ferdinand Richard Acton, figlio dell’ammiraglio Edward che fu in servizio per la marina del Granducato di Toscana e poi riformatore della marina borbonica e segretario di stato di Ferdinando IV. La villa così come la vediamo è il frutto di più interventi, dopo le prime fasi costruttive altalenanti per i continui ripensamenti di Richard Acton, la casa venne venduta alla morte di quest’ultimo nel 1841 ai banchieri tedeschi Rothschild, fortemente legati ai Borbone. In virtù del legame con la casa reale la famiglia dovette vendere la casa alla famiglia Pignatelli Aragona Cortes al cambio di regime. I Pignatelli furono gli ultimi occupanti della casa fino a quando rosina non la cedette allo Stato circa un secolo dopo assieme a tutte le collezioni d’arte e alla biblioteca ivi presente.
Narciso
La realizzazione del Narciso è da ricondurre all’avvicinamento progressivo dell’artista ai canoni classici durante la maturità. Dopo un lungo soggiorno a Parigi nel 1880 Gemito tornò a Napoli dove iniziarono una serie di commissioni che lo avvicinarono sempre più ai canoni della statuaria monumentale. Nel 1885 realizzò la copia in gesso patinato in bronzo del Narciso del Museo Archeologico Nazionale. Di questa, come di altre opere dell’artista, vennero realizzate diverse copie nel tempo che variano di poco tra loro per l’uso di una patinatura e dei materiali differenti.Il soggetto è quella del Narciso, in questo caso una statuetta bronzea rinvenuta durante i primi scavi iniziati sotto i Borbone nell’area vesuviana. Narciso qui è ritratto come un giovinetto nudo vestito solo dei calzati e un panno attorcigliato attorno a una spalla destra che con il capo chinato in avanti pare guardare qualcosa in basso, probabilmente si sta specchiando.