Nell’articolo precedente abbiamo ripercorso la Storia di Napoli attraverso le targhe commemorative, scoprendo curiosità su Personaggi e Luoghi della Città che forse non conoscevamo. Oggi aggiungeremo un nuovo tassello al mosaico del progetto Vivi Napoli. Sto parlando del Museo del Novecento a Napoli. Scopriremo quattro opere imperdibili, conservate al suo interno.
Il Museo del Novecento a Napoli
Ogni opera d’arte è figlia del suo tempo, e spesso è madre dei nostri sentimenti.analogamente, ogni periodo culturale esprime una sua arte, che non si ripeterà mai più.
Tratto da Lo Spirituale nell’arte(1910) di Vasilij Kandinsky
Il Novecento è stato il secolo dell’innovazione tecnica e scientifica. Questo rinnovamento si riflette, in ambito artistico, nella ricerca di nuovi linguaggi espressivi che pongono al centro dell’opera l’interiorità e sensibilità dell’artista.Osservando un’opera d’arte contemporanea talvolta proviamo sentimenti contrastanti: questo tipo di espressione ci disorienta e allo stesso tempo ci affascina, per la sua originalità e unicità. Il Museo del Novecento di Napoli nasce nel 2010 come museo in progress tra le mura di Castel Sant’Elmo, sulle alte colline vomeresi:
Lo si scorge da ogni luogo.[…] L’hanno messo apposta lassù. Chi lo occupa domina Napoli.
Tratto da il Resto di Niente di Enzo Striano. Dialogo tra Lenòr e Vincenzo
Il Museo del Novecento ospita i lavori di importanti artisti, napoletani e non, che hanno svolto le loro attività a Napoli nel corso del XX secolo; sto parlando di Mimmo Paladino, Nino Longobardi ed Emilio Notte, per citarne qualcuno. Le opere comprendono il periodo che va dal primo Futurismo a Napoli fino al secondo dopoguerra.
Quattro opere “da conoscere”
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- La schiena(1929) di Eugenio Viti, un’opera misteriosa e affascinante. Quanta magia può esprimere la semplice rappresentazione di una schiena femminile, nuda. In quest’opera è rintracciabile l’influenza del cosidetto Realismo Magico, la cui poetica viene descritta perfettamente da Felice Casorati, suo massimo esponente:
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Vorrei saper proclamare la dolcezza di fissare sulla tela le anime estatiche e ferme, le cose mute e immobili, gli sguardi lunghi,i pensieri profondi e limpidi.
da Felice Casorati dagli anni venti agli anni quaranta, Milano, Electa,1996, pp, 35-36
- Disegni sotto le bombe(1941-44) di Emilio Notte, che ci raccontano il dramma della guerra da chi l’ha vissuta in prima persona. Questi disegni a matita su carta infatti vennero eseguiti dall’artista in un rifugio antiaereo ubicato nel Rione Materdei nel corso della Seconda Guerra Mondiale.
- Senza Titolo(1980) di Nino Longobardi, opera in cui la Caffettiera, simbolo partenopeo per eccellenza, perde la sua connotazione tradizionale per assumere un nuova funzione simbolica. L’artista, da sempre affascinato dal tema della caducità, contrappone i teschi, simbolo di morte ad un oggetto di uso quotidiano, simbolo di vita.
- Poeta all’ombra(1980) di Mimmo Palladino, un’opera concettuale in cui l’artista sperimenta l’utilizzo di nuovi materiali come il metallo. Il colore acquista una dimensione più materica che decorativa, generando rilievi in funzione espressiva. Sul lato destro è riconoscibile il volto del poeta nell’ombra.
Castel Sant’Elmo
Castel Sant’Elmo ospita anche la Biblioteca di Storia dell’Arte Bruno Molajoli e la Chiesetta di Sant’Erasmo, raggiungibili percorrendo i Camminamenti panoramici, che offrono al visitatore lo spettacolo unico della Certosa di San Martino. Da nessun altro posto di Napoli è possibile osservare la topografia della Città come su Castel Sant’Elmo, un luogo sospeso tra sogno e realtà, all’interno del quale aleggia un’atmosfera che definirei metafisica. Concludo quest’articolo con le parole di Enzo Striano, che esprimono sensazioni e parole familiari, riscoperte visitando-con la giusta compagnia- Castel Sant’Elmo in un tardo pomeriggio di fine Gennaio:
Nella penombra l’aria è tenera, fresca. dai giardini della certosa salgono profumi intensi, sul mare fruscia il segno bianco della luna[…]piccolo vento fa stormire fiori,foglie,t’accarezza il viso.il golfo è illuminato come ai tempi lieti[…]tutti non facciamo che attendere. mentre questa città bellissima ai nostri piedi va accendendosi di luci. sembra sentirne vaporare l’alito, di veder la gente brulicante per strade, vicoli,piazze. ride, mangia,prende il fresco,vive.
Tratto da Il Resto di Niente(1986) di Enzo Striano. Lenòr osserva la città da Castel Sant’Elmo.
Stay tuned!
All Images 2022 © Martina Esposito
In copertina: Maternità(1884-1920), Raffaele Uccella, bronzo