Negli ultimi anni il concetto stesso di arte si è ampliato e dilatato, per alcuni in maniera smisurata, per altri semplicemente evolvendo in quella che doveva essere la sua normale “via delle cose”. Una delle evoluzioni dell’arte contemporanea è quella della performing arts come in questo caso Naked Lunch del duo artistico Moio&Sivelli.
Moio&Sivelli
Ma procediamo con calma. Moio&Sivelli chi sono? Si tratta di un duo artistico completamente made in Naples e che oggi vive tra Napoli e Londra. Luigi Moio e Luca Sivelli sono due artisti, diplomati in Decorazione all’Accademia di Belle Arti di Napoli che fin dal periodo delle scuole superiori hanno collaborato nel mondo dell’arte. Nel 2003 nasce il duo artistico Moio&Sivelli e iniziano a produrre una serie di video a scopo di documentare le proprie performance artistiche. Quella che viene ideata dal duo è quella di una certa idea di realtà e surrealismo che si manifesta in azioni ironiche, provocatorie, erotiche con un pizzico anche voyeristico.
Una delle sperimentazioni tipiche di Moio&Sivelli nei primi anni dieci è l’idea della candid camera e del freez della scena. Da un lato registrare le reazioni del pubblico a performance atipiche, sorprendenti e provocatorie, come il Naked Lunch, oppure scene immobili, cristallizzate nel tempo come Cappella Privata.
Naked Lunch
Quella di cui ci occupiamo oggi è la registrazione di una performance tenutasi nella Project Room del museo Madre nel 2010, una serie di eventi curata all’epoca da Adriana Rispoli e Eugenio Viola. Il
Naked Lunch è una performance allusiva e allo stesso tempo spiazzante
per l’osservatore, ma ancora più per il pubblico che vi partecipa in prima persona.
Il titolo, pasto nudo, strizza l’occhio al film di David Cronenberg e al romanzo e da cui è tratto di William S. Burroughs. Per il duo artistico si tratta di mettere davanti allo spettatore ciò che c’è in cima alla propria forchetta, vale a dire avere a che fare con lo stretto e immediato della situazione, denudata da ogni tipo di protezione, filtro che ne possa alterare l’esperienza. Ormai si è in ballo e si deve ballare. Così potremmo interpretare, forse, l’idea di Moio&Sivelli. Per quanto possa sembrare grottesca, ironica, provocatori, lo spettatore è succube e artefice stesso della scena.
Candid Camera
Ma in cosa consiste sostanzialmente Naked Lunch? Si tratta di una performance registrata in un video di poco meno di 5 minuti.
Una ballerina rifornisce di babà una ragazza vestita solo di scarpe con il tacco gialle e qualche tatuaggio. La ragazza, man mano che gli spettatori entrano nella stanza allestita con teli neri, li imbocca con i babà.
Si tratta di un’esperienza a metà tra la candid camera e lo Specchio Segreto. Si filmano l’imbarazzo, l’illusione e l’allusione, il divertimento, l’erotismo che non scade nel volgare. Tutte reazioni genuine sincere che non alterano, ma che anzi rendono vera la performance, le danno valore per la spontaneità di performer e pubblico-coprotagonista.
Nel Naked Lunch vengono richiamati da Moio&Sivelli tutta una serie di elementi che questi avevano già proposto precedentemente, come la modella nuda, la ballerina, il babà, la provocazione. Si tratta in questo caso non solo di una sfida al perbenismo, ma anche di una metafora su come l’arte venga anche consumata delle volte senza coscienza, senza comprenderla realmente.
Potremmo quasi dire che nel caso del Naked Lunch siamo davanti a una riduzione eidetica dell’arte stessa in cui la performance è arte stessa allo stato puro.