Che il calcio, il gioco del pallone fosse considerato ancora troppo “maschio”, è evidente, ma gli ultimi accadimenti, alle soglie del 2022 hanno confermato qualcosa che purtroppo soprattutto in Italia, ha la stessa validità e veridicità di un dato scientifico!
Così, a dispetto di un movimento che finalmente vedrà nel corso del biennio corrente il passaggio al “professionismo”, assistiamo ancora ad episodi che denotano un’educazione arcaica e maschilista, nonché violenta, una forma mentis da uomo primitivo.
Greta
La giornalista Greta Beccaglia dell’emittente Toscana Tv, come ormai noto, nel post partita Empoli – Fiorentina, del 27 novembre 2021, è stata oggetto di violenza fisica, verbale e psicologica, nell’indifferenza totale dei tanti tifosi, che passavano ed andavano oltre, o si aggiungevano al “branco” di chi, solo perché il giornalista è donna, ha pensato di poterne approfittare.
L’atteggiamento vigliacco e spavaldo, del primo tifoso che l’ha palpeggiata, è simbolo di un mondo che non ha rispetto per la donna in quanto individuo, ma anche per la professionista, per il ruolo che occupa: per intenderci, se al posto di Greta ci fosse stato Caressa, a nessuno sarebbe venuto in mente di importunarlo, palpeggiarlo o prendersi gioco di lui, emblema quindi, più che di fatto solitario, di un sessismo troppo radicato, difficile da combattere e sconfiggere.
Per Greta, è stato un incubo: il palpeggiamento, le frasi pesanti , ma anche la paura che potessero continuare, che al primo si aggiungesse un altro e poi un altro ancora, la consapevolezza di essere sola, sola a doversi difendere anche in mezzo alla folla, è qualcosa che la giornalista si porterà dietro per sempre.
Grazie alla sua forza è andata fino in fondo, ha denunciato l’uomo, che si è “giustificato” con parole che lasciano ancora di più l’amaro in bocca: “ho chiesto scusa, è stato un errore”.
Un errore, a 45 anni? Un errore è confondere il contenitore della plastica con quello dell’indifferenziato, un errore è scendere alla fermata del bus sbagliata, non palpeggiare una donna che quasi potrebbe essere sua figlia. Non è un errore, è desiderio di mostrare la propria superiorità, di sottomettere un essere ritenuto inferiore, è violenza.
E quello che sconcerta ancora di più dell’episodio, a mio avviso, sono le parole del collega di Greta, che dallo studio la invitava a “non prendersela”, come se qualcuno passando le avesse semplicemente pestato un piede!
D’altra parte a quelle parole assurde, hanno fatto eco le tanti voci, post episodio: “che esagerazione, addirittura violenza sessuale, è stata solo una bravata”, oppure quelle ancora più gravi di altre donne, che hanno accusato Greta di “approfittare” della situazione, di sfruttare l’episodio per farsi pubblicità.
Come sempre i detrattori delle donne, sono le stesse donne o forse, solo le “femmine”
L’episodio di cui è stata vittima Greta, è solo la punta di un iceberg, il maschilismo più o meno latente, nascosto o dissimulato, nel mondo del calcio, ha fatto altre vittime illustri.
Cristiana
Cristiana Girelli, una delle più forti calciatrici nel panorama azzurro, attaccante della Nazionale e della Juventus Women, ad esempio, durante una partita contro la Fiorentina, rivale storica della squadra bianconera, fu presa di mira dai tifosi viola. Fin qui tutto normale, spesso i campioni sono oggetti di cori poco carini da parte dei tifosi avversari, ma mai un calciatore maschio viene schernito o deriso per la sua forma, per il suo aspetto, MAI!
Cristiana invece, di cui tanto potremmo dire anche sull’aspetto fisico e non lo facciamo, per non cadere nella stessa rete da cui prendiamo le distanze, è stata derisa, criticata, ma ha risposto con un sorriso e con una citazione del suo collega Bonucci.
L’utopia della parità
Narrazioni di questo tipo, ci dimostrano che siamo ancora lontanissimi da quella parità di cui ogni tanto ci si riempie la bocca, in nome della quale, qualcuno lotta credendoci o facendone solo un manifesto elettorale. E se il mondo del calcio è messo male, episodi a parte il pubblico è ancora “freddo” verso il calcio femminile, che sembra quasi essere uno sport da élite, tutto il resto delle categorie in Italia, non versa sicuramente in condizioni migliori!