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domenica, Aprile 2, 2023

Mettici la mano: dalla penna di de Giovanni, la commedia al Diana

Mettici la mano: uno spettacolo che sancisce, in grande stile, la ripartenza del Teatro Diana (qui la rassegna della stagione teatrale) dopo mesi di chiusure e parziali riaperture. Il brigatiere Maione e Bambinella protagonisti in scena della nuova inedita commedia di Maurizio de Giovanni, in scena al Diana fino al 21 novembre 2021. Un attesissimo spettacolo che vede protagonisti Antonio Milo e Adriano Falivene insieme a Elisabetta Mirra, per la regia di Alessandro D’Alatri. 

Dopo la lunga stagione dei teatri chiusi è una gioia poter annunciare il mio ritorno sulle tavole del palcoscenico. Un ritorno che segna anche una continuità artistica inedita per me: questo nuovo progetto nasce come una costola della saga “Il commissario Ricciardi”, dopo il successo della serie televisiva a cui ho lavorato.
Alessandro D’Alatri

Pubblico caloroso, alla prima, per una pièce dai toni comici e dicotomici con numerosi spunti di riflessione. Un’alternanza tra dramma e comicità che fa centro, rendendo il ritorno a teatro uno dei migliori possibili!  La solidarietà, la vita e la morte, la giustizia e il potere, il rigore e la leggerezza, la fede ed il libero arbitrio i temi affrontati nella commedia, in una prova magistrale per quel che riguarda attorialità, scrittura e regia. La scena– curata, realistica e suggestiva anche grazie alle luci di Davide Sondelli- fa sì che ci si immerga all’istante nella storia.

Un favoloso Falivene intrattiene ed emoziona con la sua performance che riporta anche a quegli elementi folkloristici tipici del popolo partenopeo, dalle massime all’interpretazione dei sogni. Bravissima ed empatica Mirra nel ruolo di Melina che, nel clou della narrazione del suo personaggio, rende giustizia alla condizione femminile dell’epoca trasmettendo allo spettatore tutta la rabbia di cui è capace. Garanzia Milo nei panni del brigatiere Maione che come in tv, anche a teatro si dimostra un continuum con la tradizione della recitazione napoletana tra gestualità ed emozioni senza tempo.

Mettici la mano | Trama

Primavera del 1943, a Napoli. Una tarda mattinata di sole, in cui la gente di un quartiere popolare tenta faticosamente di trovare una parvenza di vita normale, viene squarciata dalle sirene: arrivano gli aerei alleati, c’è il pericolo di un nuovo devastante bombardamento.

La scena è un vano interrato in tufo, uno scantinato che fa da rifugio improvvisato per proteggersi dalla morte che viene dal cielo. In un angolo del locale una statua della Madonna Immacolata, miracolosamente scampata alla distruzione di una chiesa e in attesa di nuova sistemazione, davanti alla quale brilla qualche lumino a testimonianza del fatto che la gente del quartiere va a visitarla saltuariamente anche lì.

È qui che si ritrova una strana compagnia, riunita dalla necessità di riparo: il primo ad arrivare è Bambinella, un femminiello che sopravvive esercitando la prostituzione e che conosce tutto di tutti, sia per una naturale propensione al pettegolezzo, sia perché le persone vanno a confidarsi con lui, secondo una consolidata tradizione popolare. Poco dopo arriva il brigadiere Raffaele Maione, che ha appena arrestato Melina, una ventenne che ha sgozzato nel sonno il marchese di Roccafusca, un ricchissimo nobile il cui palazzo si trova a poca distanza e nel quale la ragazza faceva la cameriera.

Bambinella: avvocato e difensore | Mettici la mano – trama

Mentre fuori la porta in cima alle scale le voci della gente si trasformano in un pauroso silenzio e poi nel progressivo avvicinarsi del fragore delle bombe, mentre l’imminenza della possibile morte diventa sempre più vicina, il dialogo tra i tre occupanti il rifugio improvvisato si fa sempre più profondo e serrato. La Madonna, muta e addolorata, verrà chiamata in causa mentre apprendiamo in maniera frammentaria cosa è realmente accaduto nel palazzo di Roccafusca e perché, e come Bambinella si trasformerà in avvocato difensore e Maione nell’accusa di un processo che vedrà nella statua di gesso un giudice silenzioso e tuttavia accorato.

Le esplosioni, sempre più vicine, terribili e minacciose, accompagneranno la comprensione della realtà e una serie di riflessioni, da differenti punti di vista, sulla vita, sulla morte, sulla famiglia, sulla giustizia e sulla fede in Dio. E anche in merito alla fame, allo stato di necessità e all’arroganza del potere. Maione, Bambinella e la loro strana, assurda amicizia a distanza di dieci anni dall’ultima volta che li abbiamo incontrati con Ricciardi, a confronto col momento più buio e terribile della storia della città.

Info e biglietti

Lo spettacolo dura 1h20′ senza intervallo.

Il botteghino è aperto dal lunedì al sabato 10:30 – 13:30 e 16:30 – 19:30; domenica 11:00 – 13:30 e 16:30 – 19:30. Vendita biglietti online al sito www.teatrodiana.it

Calendario degli spettacoli (clicca qui).

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