Pino Scotto, nato a Monte di Procida nel 1949, è un veterano dell’heavy metal e dell’hard rock italiano.
Pino Scotto ha scelto la sua regione d’origine per incontrare di nuovo dal vivo i fan e festeggiare con
loro il suo 72esimo compleanno, eseguendo live, insieme alla band, i brani dell’ultimo album “Dog
Eat Dog”, oltre agli storici successi.
In occasione dell’uscita del suo ultimo album da solista “Dog Eat Dog” e dell’omonimo tour, noi del Corriere di Napoli abbiamo avuto il piacere di intervistarlo e riportiamo qui le sue risposte.
L’intervista
– Innanzitutto, domanda che sembra scontata, come sta?
Grazie, è la prima volta che in un’intervista mi chiedono come sto!
Sto come la maggior parte della gente, veniamo da 1 anno e mezzo di buio e siamo tutti provati.
Per fortuna, anche per merito di “Dog Eat Dog“, ho passato gran parte del lockdown a fare interviste, dirette, sentire amici musicisti che non sentivo da tempo.
Piano piano ne stiamo uscendo, incrociamo le dita.
– Stiamo tornando lentamente alla normalità, artisti che annunciano i propri progetti musicali accompagnati da un tour in giro per l’Italia; lei come la vive questa situazione?
Stiamo tornando un po’ alla normalità, anche grazie ai vaccini, e i numeri lo dimostrano, quest’estate con il mio chitarrista Steve Volta abbiamo girato per l’Italia suonando e raccontando le mie storie.
Nella mia carriera ho avuto l’onore di suonare in giro con ACDC, Black Sabbath, Deep Purple, Pantera, Iron Maiden e tanti altri grandi, e mi piace l’idea di trasmettere alle nuove generazioni queste esperienze, oltre che i miei album.
Abbiamo fatto una ventina di date con questa formula in acustico, mentre dal 1° ottobre si riparte con la band e questo mi ha dato nuova vitalità, perché ho sempre girato tantissimo.
Con l’ultimo tour, chiuso nel 2019, abbiamo fatto 147 date, quindi capirete non ero proprio abituato a stare fermo!Speriamo di riuscire a tornare tutti alla nostra vita, e non parlo solo per noi musicisti.
– A proposito del tour, ha deciso di iniziare proprio dalla sua regione d’origine che ha sfornato e continua, ancora oggi, a sfornare talenti; lei ha qualche nome di giovani artisti con un gran potenziale?
– “Dog Eat Dog” le sta dando abbastanza soddisfazioni?
– Si sentono molte accuse di plagio nei confronti dei Maneskin, gruppo che ha conquistato l’Europa, con il brano vincitore del Festival di Sanremo 2021.
Inoltre spesso non vengono considerati dei veri rockettari; lei cosa ne pensa a riguardo?
Sono andato a sentirmi il loro materiale e se la cavano, hanno fatto dei sacrifici sicuramente, però dobbiamo parlare di pop e non di rock.
Vista la loro ossatura artistica non penso che possano fare la storia come band, ma sono dei ragazzi, quindi il messaggio che voglio mandargli è “divertitevi, e restate attaccati alla vostra dignità come persone e come musicisti“.
Maneskin – Zitti E Buoni
– Oltre alla musica cosa l’appassiona fare nel tempo libero?