C’è un legame profondamente stretto tra i napoletani e San Gennaro che lo pone nelle condizioni di essere molto più di un Santo, rappresentando uno degli aspetti più forti della sacralità partenopea. Probabilmente, però, in molti non conoscono fino in fondo la sua storia e le tante curiosità che hanno sorpreso anche gli studiosi.
È davvero esistito San Gennaro?
Intorno alla figura del cosiddetto Faccia Gialla girano molte controversie sul piano storico che negli anni hanno addirittura messo in dubbio la sua reale esistenza. I fedeli rabbrividiranno al suono di queste parole, ma in effetti gli studi sul suo conto spesso non hanno avuto dei concreti riscontri. Per questo motivo, la storia che conosciamo si basa per la maggior parte su leggende.
La storia del Patrono
Convenzionalmente si afferma che San Gennaro sia nato il 21 aprile del 272, ma sul luogo di nascita invece si è molto dibattuto. La tesi maggiormente sostenuta lo vede natìo di Benevento, essendo stato Vescovo proprio del capoluogo sannita. Altri invece affermano che sia originario di Napoli, città che tutt’oggi lo venera e sopratutto fulcro del famoso Prodigio delle sue Reliquie.
Fu nel IV secolo, durante le pesanti persecuzioni contro i cristiani messe in atto dall’imperatore romano Diocleziano, che si arrivò all’episodio che portò alla martirizzazione del Santo.
Il Vescovo Gennaro, si recò a Pozzuoli in visita ai fedeli in compagnia di altri due uomini di fede, Desiderio e Festo. In quella zona tempo prima fece la conoscenza del diacono di Miseno, Sossio, che proprio in quelle circostanze fu arrestato per ordine del tirannico governatore della Campania, Dragonzio. Quando i tre religiosi beneventani andarono in visita dal detenuto per cercare di intercedere per la sua liberazione, si professarono di fede cristiana e per questo furono arrestati e condannati ad essere sbranati da belve feroci.
Il miracolo e il martirio
Il giorno dopo i tre religiosi furono portati all’Anfiteatro di Pozzuoli, nei pressi della Solfatara, dove si sarebbe dovuta tenere la violenta condanna.
Secondo la leggenda il supplizio fu evitato grazie ad una benedizione di San Gennaro che rese docili i leoni. Gli animali si inchinarono al cospetto dei condannati, fu quindi all’ora che l’algido Dragonzio pensò ad un altro metodo: sarebbero stati decapitati.
Gennaro e i suoi compagni, Desiderio e Festo, morirono nel 305 e stessa sorte ebbero tanti altri cristiani in quel periodo. Gli studiosi hanno individuato nel 19 settembre la data precisa della decapitazione e in quella stessa data, ogni anno, si compie il prodigio della liquefazione del suo sangue. Ricordiamo però che non è l’unico momento dell’anno in cui avviene il miracolo, ci si raduna anche il sabato che precede la prima domenica di maggio e il 16 dicembre.
Subito dopo la decapitazione, la tradizione vuole che una donna di nome Eusebia, raccolse il sangue del martire e lo racchiuse in due ampolle, come era solito farsi a quell’epoca.
Dopo l’editto di Costantino, il vescovo di Napoli fece traslare le ossa di Gennaro da Pozzuoli alle catacombe della città. Si pensa che, durante il tragitto, Eusebia regalò al vescovo anche le due ampolle. Anche per questo dettaglio però, dobbiamo affidarci al racconto della tradizione e non a riscontri storici concreti.
Incertezze anche sul nome
Le domande sulla storia di Gennaro non finiscono qui. Prima di tutto, siamo sicuri che Gennaro sia davvero il suo nome? Se pensiamo a tutti coloro che si chiamano così proprio in onore del santo patrono, non dovrebbero esserci dubbi, ma alcuni studi hanno aperto alla possibilità che il vero nome del martire fosse Procolo.
Con tutta probabilità Gennaro doveva essere stato il cognome, anzi più precisamente Ianuario. Questo appellativo sarebbe legato alla sua gens di appartenenza, la gens ianuaria, una famiglia della nobiltà romana votata al culto del dio pagano Giano.
Il prodigio di San Gennaro
Per il popolo partenopeo lo scioglimento del sangue di San Gennaro rappresenta un segno di buon auspicio e per questo viene atteso con speranza. La piazza davanti al Duomo gremita, come il suo interno, attende ogni anno il responso. C’è chi ci crede e chi si appella alla spiegazione scientifica per motivare il prodigio, in qualsiasi caso San Gennaro è amato da tutti, credenti e non. Simbolo del popolo e della città, riesce ad essere più umano di quello che si crede.