Il 16 giugno è stato presentato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli l’allestimento “La piana Campana. Una Terra senza confini”, una raccolta di ottocento reperti per la maggior parte inediti provenienti dall’area della città di Napoli sino ai confini settentrionali con il Lazio, territorio la cui storia è ricca di testimonianze di contaminazione culturale tra le popolazioni.
L’allestimento, curato dal direttore del MANN Paolo Giulierini, Emanuela Santaniello e Mariateresa Operetto, si inserisce nell’ambito di una più ampia ricerca sul territorio campano e le interazioni fra le diverse popolazioni che lo abitarono: il progetto nasce dalla collaborazione con la Saint Mary’s University (Halifax, Canada), con il coordinamento di Emanuela Santaniello e Sveva Savelli.
“Dal Neolitico all’Età del Bronzo, da Cuma a Pozzuoli, da Capua a Napoli: la Campania è davvero una terra senza confini, e la nostra missione è fare conoscere al mondo la storia millenaria di questa regione che fu chiave del Mediterraneo, anche prima dell’Impero Romano: lo facciamo presentando al pubblico un nuovo ricco allestimento con centinaia di pezzi inediti, mai esposti in maniera organica, e legando così per la prima volta il nome Campania a un grande progetto di valorizzazione della sua archeologia.
Per il MANN, che vuole sempre più rafforzare il suo ruolo centrale sul territorio mettendo a disposizione spazi e competenze, è una nuova grande sfida, con un doppio obiettivo. Creare un centro per l’archeologia della Campania settentrionale, in stretta collaborazione con la Direzione regionale Musei Campania, le Soprintendenze e tutti gli enti di tutela territoriali. E parallelamente lavorare insieme alla Regione Campania e ai maggiori musei europei alla costruzione di una grande mostra internazionale itinerante che possa raccontarci, partendo da un patrimonio identitario straordinario” Paolo Giulierini, Direttore del MANN.
L’eredità etrusca
“La piana Campana” si presenta come prosecuzione ideale della mostra “Gli Etruschi e il MANN”, la retrospettiva del 2020 sulla civiltà italica. Il lavoro di indagine e restauro svolto sugli Etruschi è stato conservato grazie all’inserimento nell’esposizione di manufatti quali il corredo funerario della Tomba Artiaco 104 di Cuma (fine VIII sec. a.C.), i tesori dalla necropoli di Carinaro (XI-X sec. a.C.), ed anche il corredo della Tomba 1 di Cales (630- 600 a.C.).
L’elemento di continuità tra i diversi progetti si inserisce nel quadro di creazione di un laboratorio di ricerca permanente sulla Campania antica: il MANN si pone al centro di un itinerario condiviso con altre istituzioni tra cui la Direzione Regionale Musei della Campania, la Regione Campania, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio- SABAP del Comune di Napoli e il Parco Archeologico dei Campi Flegrei. Il MANN e le istituzioni partner si propongono infatti di proseguire nei lavori di scavo, inventariazione dei materiali e ricerca nei depositi, con la prospettiva di costruire una grande e comune esposizione, di cui l’allestimento sulla Piana Campana possa rappresentare il momento iniziale.
L’allestimento
Il percorso espositivo si sviluppa in due sale: la prima dedicata al territorio, la seconda incentrata sulle collezioni del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La sezione territoriale è stata allestita seguendo un criterio topografico e cronologico, evidenziando i manufatti appartenenti alle aree di: Gricignano e Carinaro, risalenti all’età del Bronzo; della Valle del Clanis, di fine VIII secolo a.C.; della Campania settentrionale, la cui datazione giunge fino al VI-V secolo a.C.
Gricignano e Carinaro
All’interno delle vetrine dedicate a quest’area sono presentati i reperti provenienti dagli scavi US Navy e Treno Alta Velocità a Gricignano di Aversa e Carinaro, nella provincia di Caserta. Fra i più importanti manufatti esposti, provenienti dalle necropoli e dai villaggi locali, figurano: pugnali di bronzo (età del Bronzo Antico/ dal 2300 a.C.), presenti raramente nei corredi funerari e legati allo status sociale del defunto; biconici per incinerazione, vasi di solito attribuiti alla cultura proto-etrusca, qui collegati anche alle dimensione indigena; l’imponente vaso decorato a stampo e risalente al Bronzo Medio (XIV/XIII sec. a.C.).
La Valle del Clanis
In questo segmento dell’allestimento, legato al percorso di ricerca della mostra sugli Etruschi, sono posti in dialogo i manufatti appartenenti a due siti agli estremi della pianura bagnata dal fiume Clanis: il corredo della Tomba Artiaco 104 di Cuma ed i contemporanei ornamenti dalla necropoli di Gricignano di Aversa (VIII/VII sec. C). Tra i reperti è possibile ammirare una selezione di corredi funerari esemplificativi del diverso ruolo sociale dei defunti: donne, guerrieri, cacciatori, sacerdoti fino ad arrivare ai bambini, seppelliti in enchytrismòs (inumazione in vaso).
La Campania settentrionale
La ricerca si è concentrata particolarmente sull’area ausone-aurunca, valorizzando i reperti orientalizzanti di Cales (Calvi Risorta), quali la tomba 89 della bambina di Cales, alla quale appartengono reperti di particolare pregio (la conocchia in vetro blu ed i calzari in bronzo). Una sezione è dedicata ai tesori del santuario della dea Marica alla foce del Garigliano, da cui proviene un patrimonio straordinario di ex-voto e terrecotte architettoniche. Dal santuario caleno extraurbano di Monte Grande provengono reperti che si datano al VI-V secolo a.C., tra i quali vi sono anche alcuni oggetti mai esposti al pubblico: un ex-voto in bronzo e alcune terrecotte che spiccano per qualità di fattura.
Le collezioni del MANN
Il secondo ambiente dell’allestimento, organizzato anche in questo caso con criterio topografico, permette alle collezioni del Museo di inserirsi nel percorso di ricerca sulla Piana Campana, ed ospita le terrecotte architettoniche dal santuario di fondo Patturelli ed un simulacro di Mater Matuta per il territorio di Capua; la collezione Spinelli con un focus su Suessula (l’attuale Acerra), e su Nola. Per concludere, posta in dialogo con questi reperti risalenti al IX-III sec. a.C. è esposta una selezione dei manufatti etrusco-italici della Collezione Borgia, che permette di costruire un’analisi simmetrica con le culture delle popolazioni coeve dell’Italia centrale.
Info Utili
L’allestimento è visitabile tutti i giorni tranne il martedì dalle 9.00 alle 19.30. Il prezzo del biglietto per l’accesso alla collezione del Museo è 15€ per l’intero giornaliero e 2€ per il ridotto giovani, gratuito per i cittadini sotto i 18 anni. Per maggiori informazioni visita il sito https://www.museoarcheologiconapoli.it/it/
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