Quest’esposizione, a cura di Angela Cerasuolo e Andrea Zezza, rientrante tra le celebrazioni posticipate per i 500 anni dalla morte dell’artista, è finalizzata a valorizzare il patrimonio raffaellesco del Museo alla luce dell’imponente campagna diagnostica.
Le collaborazioni
L’esposizione “Raffaello a Capodimonte: l’officina dell’artista” nasce dagli importanti risultati ottenuti con la campagna di indagini diagnostiche avviata dal Museo di Capodimonte nel 2018. Grazie all’ampio programma di collaborazione con diverse istituzioni tra le quali il Dipartimento di Lettere e Beni Culturali dell’Università della Campania Vanvitelli e l’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale (ISPC) del CNR, e all’utilizzo delle nuove tecnologie sono state portate alla luce nuove informazioni sui processi creativi e compositivi di Raffaello e della sua bottega.
“La grazia di Raffaello rappresenta un momento unico nella storia della sensibilità umana e abbiamo capito grazie alla diagnostica che c’era un grande lavoro, in ogni dettaglio c’è un mondo ed è stata la tecnologia a farcelo capire. “
Sylvain Bellenger
Le indagini diagnostiche
Le tecnologie utilizzate (radiografia a raggi X, riflettografia IR, fluorescenza a raggi X e la più recente tecnica di imaging MA-XRF) hanno permesso di acquisire nuove informazioni sulla pratica esecutiva dell’artista. Gli elementi emersi dagli studi riguardano: la preparazione dei supporti; la presenza di disegni preparatori e di cambi di intenzione (“pentimenti”) in corso d’opera; la modalità in cui gli artisti hanno steso gli strati pittorici per ottenere l’effetto desiderato.
I risultati delle indagini sono stati messi a disposizione dei visitatori grazie alla presenza nelle sale della mostra di monitor che proiettano dei video esplicativi, la cui fruizione sarà possibile anche una volta lasciato il Museo mediante l’app Capodimonte, scaricabile liberamente su App Store e Google Play Store.
L’allestimento
Il percorso espositivo si sviluppa su tre sale al primo piano del Museo, ognuna tesa a valorizzare una tematica precisa all’interno delle riflessioni sull’opera raffaellesca. L’esposizione parte dalle origini dell’artista fino ad arrivare alle derivazioni del suo lavoro.
Una scuola eccezionale: maestri e fratelli maggiori, Sala 5
La prima sala della mostra Raffaello a Capodimonte è incentrata sull’inquadramento dell’artista nel contesto di nascita: Urbino, dove nacque nel 1483, una città straordinariamente vivace e frequentata dai maggiori artisti e intellettuali del tempo.
La ricchezza dell’ambiente di Urbino è rappresentato pienamente dall’opera Il Ritratto di fra Luca Pacioli con un allievo attribuito a Jacopo de’ Barbari, dipinto intriso della raffinata cultura della città e della corte dove Raffaello ha ricevuto la sua educazione artistica. Seguono nell’esposizione altri dipinti esemplificatori dell’opera di artisti quali Perugino, Pinturicchio e Signorelli che ispirarono Raffaello alle origini e che in alcuni casi furono suoi maestri.
Raffaello a Capodimonte: dall’inizio alla piena maturità – Sala 6
La seconda sala della mostra contiene il nucleo di opere raffaellesche del Museo di Capodimonte: i frammenti della perduta pala d’altare Incoronazione del Beato Nicola da Tolentino mostrata nella sua integrità sulla base dei disegni preparatori di Raffaello, il Ritratto del cardinale Alessandro Farnese, il cartone preparatorio Mosè davanti al roveto ardente e la celebre Madonna del Divino Amore, dipinto declassato dalla critica che lo aveva attribuito alla bottega e restituito dalle indagini diagnostiche all’artista. L’esposizione dimostra l’estrema versatilità di Raffaello e la sua volontà di sperimentare che lo portò a confrontarsi con svariati generi artistici aprendo nuove strade in ognuno di essi.
Una straordinaria fortuna: derivazioni, variazioni, copie, repliche – Sala 7
Nell’ultima sala della mostra si approfondisce la tematica della copia dell’opera raffaellesca, dimostrando come questo fenomeno fosse carico di diversi significati, non per forza legati alla contraffazione. Raffaello trasformò la sua bottega in una squadra in grado di diffondere le sue invenzioni: i suoi allievi eccellevano nella riproduzione delle sue opere.
Come esemplificazione di questo fenomeno è esposta la Sacra Famiglia con Sant’Anna e San Giovannino, detta Madonna della gatta di Giulio Romano, principale allievo di Raffaello. Quest’opera ha una storia di oscillazioni nell’attribuzione giustificate dalle indagini diagnostiche che hanno evidenziato il suo complesso iter compositivo.
Il percorso si conclude con uno dei dipinti più celebri della collezione, il Ritratto di Papa Leone X di Andrea del Sarto, al quale Vasari ha dedicato un lungo brano sottolineando la difficoltà di distinguere copie ed originali se realizzati da pittori eccellenti.
Info utili
La mostra sarà visitabile dal 10.06 al 13.09 tutti i giorni, eccetto il mercoledì, dalle 8.30 alle 19.30. Il prezzo del biglietto è 10€ per l’intero, 2€ per il ridotto young e gratuito per gli under 18 e i possessori di artecard. Per maggiori informazioni visita il sito https://capodimonte.cultura.gov.it/
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