Se nell’ultimo anno le buone notizie sono state letteralmente lesinate, nascoste, da cercare con la lanterna, forse quest’inizio d’estate inizia a dare delle buone nuove: oggi riaprirà al pubblico l’Acquario della Stazione Zoologica Anton Dohrn di Napoli.
Riapertura
L’Acquario di Napoli, dopo un lungo periodo di restauro, riapre oggi dopo l’inaugurazione di ieri in concomitanza con la Giornata Mondiale degli Oceani. L’inaugurazione si è tenuta alla presenza del Presidente della Camera Roberto Fico, il Presidente della Regione Campania De Luca e il sindaco De Magistris e di 400 ingressi gratuiti andati sold out già da tempo. L’evento è stato senza dubbio uno dei più lieti di quest’ultimo periodo e permette di restituire alla fruizione della città una delle istituzioni scientifiche più antiche e care, inserita all’interno della Villa comunale.
L’acquario della Stazione Zoologica Anton Dohrn
L’acquario di Napoli è tra le più antiche istituzioni zoologiche d’Europa e il primo acquario pubblico aperto in Italia, nel 1874. La Stazione Zoologica è nata nel 1872 e aperta al pubblico due anni dopo su impulso del naturalista e zoologo tedesco Anton Dohrn che identificò nella città di Napoli il luogo ideale dove creare un istituzione di studio della fauna marina che, in una certa maniera, si autofinanziasse attraverso un’acquario a pagamento: una città popolosa con un flusso costante di turisti e posta in riva al mare. Ottenuto un terreno dal comune a titolo gratuito a patto che l’edificio venisse edificato a proprie spese il gioco fu fatto.
Nel tempo l’Acquario è divenuto un luogo di ricerca scientifica interdisciplinare,
lo stesso Dohrn promosse attraverso l’affitto della struttura a governi e istituzioni scientifiche tutti gli studi riguardati la biologia marina possibili, permettendo allo stesso tempo di finanzia la ricerca dell’istituto.
“La collezione”
Rispetto a altri acquari nel mondo, quello di Napoli, è nato espressamente per vocazione scientifica ed è rimasto tale nel tempo,
non si tratta della spettacolarizzazione della natura attraverso animali esotici e variopinti provenienti dall’altro capo del mondo, ma della “piccola fauna locale”.
Le varie vasche hanno sempre contenuto la fauna del Mediterraneo spesso proveniente proprio dal Golfo di Napoli che per la sua conformazione fisica permetteva uno studio ottimale della fauna più varia rispetto a qualsiasi altro luogo. La struttura, ammodernata con il recente restauro, è rimasta strutturalmente identica a quella di inizio XX secolo, con le vasche illuminate dall’alto dalla luce naturale attraverso i lucernari e collegate al mare attraverso un canale sotterraneo ideato dall’architetto inglese William Alford Lloyd. Nelle trenta vasche dell’acquario sono contenute oltre duecento specie tra animali e vegetali tra cui murene, scorfani, polpi, stelle marine, la presenza delle posidonie e gli ecosistemi dei fondali.
Oltre all’acquario, all’interno della Stazione Zoologica sono contenuti anche una ricca biblioteca scientifica e una piccola sezione museale che ospita pesci e fossili ritrovati nel golfo tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo come il delfino ritrovato sugli scogli di Mergellina e conservato in una teca con formaldeide.
Il Centro Ricerche Tartarughe Marine
Questa è un’istituzione scientifica che si prodiga anche nella salvaguardia della tartaruga caretta caretta attraverso un centro di recupero, il Centro Ricerche Tartarughe Marine. Il centro ha sede più a sud rispetto alla posizione dell’acquario, presso il Porto del Granatello a Portici. Nel caso vengano segnalati esemplari in difficoltà o che per qualsiasi ragione finiscano all’interno delle reti dei pescatori, le tartarughe vengono affidate al centro che si occupa della loro salute e reintroduzione in libertà. Il centro si occupa di sensibilizzare la popolazione verso la salvaguardia delle tartarughe e di tutta la fauna marina attraverso sia la visita del centro che la partecipazione dei visitatori alla liberazione degli animali e alla didattica per le scuole. Il centro di Portici si occupa anche del mantenimento in salute degli animali che se necessario possono usufruire di sale chirurgiche e radiologiche oltre che vasche di riabilitazione e di seguire la schiusa delle uova.
Nella prossima puntata ci occuperemo dell’Allegoria della Giustizia di Giorgio Vasari.
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