Prima di lasciarvi alla nostra intervista, teniamo a ringraziare l’ospite di oggi, Cristina Ferraiuolo, per aver accettato il nostro invito, ovviamente “virtuale”, nel pieno rispetto delle restrizioni e delle ordinanze Covid-19.
Spot Home Gallery: Cristina Ferraiuolo si racconta al Corriere di Napoli
-Spot Home Gallery, nasce a Febbraio 2021: cosa l’ha spinta a lanciarsi in questa avventura, negli anni della pandemia Covid, vista la situazione in cui versa il mondo delle Arti?
–Nutrivo da molti anni il sogno di aprire a Napoli uno spazio dedicato alla fotografia. Ho avviato il progetto nel 2018 e da Giugno 2019 ho iniziato a lavorare con passione alla prima mostra, che purtroppo, a causa della pandemia, è stata rinviata per ben due volte nel corso del 2020.
Poi ho atteso pazientemente il momento opportuno per l’apertura, che per fortuna è avvenuta i primi di Febbraio 2021.
Credo profondamente che in un momento storico di così grandi incertezze sia ancora più necessario nutrirsi di arte e bellezza ed una galleria costituisce un presidio di senso e di resistenza culturale.
-La sua è una giovane realtà nel mondo dell’arte, soprattutto partenopeo: perché scegliere Via Toledo, e il centro storico di Napoli, come sede dello spazio espositivo?
-In questo tratto di Via Toledo, sul marciapiede opposto, nel 1974 mio padre aprì un negozio di cine foto, Spot 2, che per più di 35 anni è stato il fulcro della mia famiglia.
Questo spazio era il suo studio, divenuto in seguito per molti anni la mia casa.
Qui ho ospitato artisti provenienti da ogni parte del mondo che venivano a Napoli a lavorare ed alcuni di loro sono oggi accanto a me in questa mostra inaugurale.
-Cosa c’è dietro la scelta del nome Spot Home Gallery?
-Spot mi rievoca dolci ricordi d’infanzia, è un omaggio allo storico negozio di famiglia. E poi è una parola perfetta perché racchiude nelle possibili declinazioni dei suoi significati molte mie aspirazioni.
Spot è il riflettore/spot light, punto luce sulla ricerca fotografica a Napoli; spot è il punto/point, punto rosso, punto focale, punto di vista, punto di incontro; spot anche è il posto/place, punto fermo, casa accogliente, residenza per artisti.
-Qual é l’esperienza che l’ha segnata durante la sua carriera, e l’ha spinta a creare questo spazio d’arte?
–La vita è una somma di esperienze diverse, tutte hanno contribuito a portarmi sin qui oggi. Il mio lavoro di fotografa si è sempre negli anni accompagnato a quello di curatrice di percorsi artistici altrui, attraverso l’ideazione di mostre, l’organizzazione di workshops, la creazione di progetti editoriali.
Queste esperienze ora si consolidano e si arricchiscono con la nuova sfida di dirigere una galleria a Napoli dedicata alla fotografia contemporanea con una linea artistica e un’identità precise. La scelta del punto di vista è quello su una fotografia capace di emozionare, far riflettere, insinuare dubbi, suggerire prospettive differenti, nuovi modi di vedere e di interpretare il mondo e il tempo che viviamo.
-Ha un modello artistico di riferimento? O si lascia guidare dall’istinto e dalla sua esperienza nella scelta degli artisti da esporre?
–Le scelte sono sempre una combinazione di intuito ed esperienza. Ricerco lavori che mi sorprendano e mi emozionino, in cui vi sia quel magico ingrediente che è il mistero. I miei gusti e il mio sguardo si sono formati anche grazie a legami con quei fotografi e curatori che ho frequentato negli ultimi vent’anni in giro per il mondo, in occasione di mostre, festival, workshops.
Alcuni maestri sono stati per me di particolare riferimento, primo tra tutti Christian Caujolle, dagli anni della sua Galerie Vu’ di Parigi agli anni più recenti del Festival da lui creato a Phnom Penh.
Sento una profonda responsabilità come fotografa e come gallerista perché viviamo in un mondo sommerso dalle immagini, tutti producono immagini ma non tutti sono fotografi. Diventa ancora più importante riconoscere quindi il vero talento, la ricerca seria, quella che parte da profonde e autentiche necessità e che viene perseguita con rigore, libertà e coraggio.
-La Galleria ospita diversi artisti internazionali, nella sua scelta, incide una maggiore voglia di partecipazione di artisti stranieri, o ha incontrato reticenze da parte di artisti italiani?
–Spot vuole essere un punto di incontro e dialogo tra artisti italiani e stranieri, una finestra aperta sul mondo e al contempo sul proprio territorio, offrendo occasioni di arricchimento reciproco. Non ha una vocazione esterofila, semmai internazionale.
In particolare nella mostra inaugurale è interessante che gli sguardi di fotografi napoletani trovino eco nella sensibilità di artisti provenienti da mondi altri, componendo insieme un racconto non convenzionale della nostra città.
Ho selezionato pertanto alcuni rinomati lavori di fotografi stranieri mai esposti qui, presentandoli al pubblico napoletano che non aveva avuto occasione di scoprirli viaggiando per il mondo.
In ogni caso la scelta non dipende mai dalla nazionalità bensì dalla qualità e dalla serietà del lavoro dell’artista.
-Nei suoi scatti, è evidente come la tematica sociale abbia una forte rilevanza: come nasce il suo interesse verso questa tematica?
Credo che la fotografia sia un potente strumento di ricerca identitaria e di riflessione sociale. Non mi sento una fotografa impegnata socialmente, ma sono sinceramente interessata alle vite degli altri, ad ascoltare e a mettermi in relazione, a dubitare di me. Nell’altro riconosciamo sempre anche parti di noi stessi.
Napoli mi ha sicuramente insegnato un modo di stare al mondo che si riflette anche nel mio fare fotografia, è una città che non mette distanze, ti coinvolge fisicamente.
E così è per me la fotografia, un immergersi nel mondo con occhi e cuore aperti, libera da schemi e pregiudizi.
-Nel 2018 ha pubblicato un libro Stone Butterfly: quanto ha inciso sulla sua scelta di creare Spot Home Gallery?
-Nel 2018 ho realizzato un sogno, quello di completare il mio lungo progetto Stone butterfly e di pubblicarlo con l’editore che desideravo, lo svedese Gosta Flemming.
Forse appagata e felice di quel traguardo ho sentito che era il momento per rilanciare e avventurarmi in una nuova sfida e in quegli stessi mesi ho iniziato a lavorare sul progetto di Spot Home Gallery.
Spot Home Gallery: Andamento Lento in mostra
-Parliamo della mostra in programma fino al 30 Giugno 2021: come nasce e come si articola?
La mostra inaugurale Andamento lento è una collettiva dedicata a Napoli, scenario e pretesto di una fotografia in continua tensione tra realtà e finzione. Otto fotografi: provenienti da varie parti del mondo, gli americani Michael Ackerman e Adam Grossman Cohen, il norvegese Morten Andersen, lo svedese Martin Bogren, il francese Richard Pak, il fiorentino Lorenzo Castore, due napoletani, Luca Anzani e la sottoscritta, presentano una selezione di immagini realizzate nella città partenopea nell’arco degli ultimi vent’anni, appartenenti a più estesi lavori di ricerca o anche a progetti puntuali.
-Come nasce la mostra?
La mostra nasce dalla mia storia personale (e per questo ne sono parte) e al contempo si inscrive in una storia più ampia della fotografia contemporanea.
Infatti i legami affettivi che ci uniscono si intrecciano a corrispondenze artistiche, fino a poter definire che si tratta di una “famiglia” di fotografi. Pur con linguaggi e scritture differenti, tutti condividiamo un medesimo approccio alla fotografia intesa come espressione soggettiva ed emotiva del proprio modo di essere e di vivere il mondo.
Il titolo Andamento Lento richiama il movimento e il tempo di una fotografia che nasce dal profondo dell’animo, dai sentimenti, dai dubbi, dalle ossessioni, dai sogni.
La mostra è ben più articolata di una classica collettiva, ogni artista ha una parete dedicata e ci racconta il suo mondo attraverso più immagini. In esposizione circa 100 fotografie ed un’installazione audiovisiva dal titolo Sogno#5 di Lorenzo Castore e Irene Alison.
Cosa si auspica nel prossimo futuro? E dove vede Spot Home Gallery tra qualche anno?
Purtroppo all’inaugurazione non è stata possibile la presenza di tutti gli artisti della collettiva che vivono in diverse città d’Europa. Mi auguro quindi che nel prossimo futuro, nei mesi di Maggio e Giugno, ognuno di loro possa venire ed incontrare il pubblico napoletano.
Intanto lavoro su diversi progetti di mostre per i mesi a venire e mi auguro di farlo sempre con l’energia e la passione che si alimentano grazie alla condivisione e al confronto con gli artisti, i collezionisti, gli amatori, i visitatori curiosi.
Si ringrazia la Spot Home Gallery!
Per maggiori informazioni:
Sito web | Pagina Fb | info@spothomegallery.com | 081 922 8816
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