Il Natale del 2020 sarà, quasi certamente, l’ultimo che il Cardinale Crescenzio Sepe celebrerà da vescovo di Napoli ed è tempo di pensare al suo successore.
Sgombriamo subito il campo da ogni equivoco: il cardinale è più vivo e vitale che mai. Il suo mandato, cominciato nel 2006, sarebbe dovuto formalmente scadere già due anni fa. Secondo il diritto canonico, infatti, il vescovo diocesano è tenuto a presentare la rinuncia al papa al proprio ufficio al compimento dei 75 anni di età. Papa Francesco, però, lo invitò a restare per altri due anni: una proroga che si è rivelata una mano santa, anche per l’energia con la quale Crescenzio Sepe sta guidando la propria arcidiocesi in questa difficile epoca post-coronavirus.
Il momento dell’avvicendamento, però, è sempre più vicino. È questione di giorni o, addirittura, di ore: secondo alcuni autorevoli vaticanisti, infatti, il nome del successore potrebbe venire fuori già sabato 12 dicembre. In questa data è previsto, infatti, un incontro tra i vescovi italiani ed il Papa.
I candidati alla successione
Già da qualche mese si rincorrono le voci sul nome del successore dell’amatissimo cardinale. In Vaticano, come è noto, gira il detto: chi entra papa in conclave, ne esce cardinale. Con esso si intende che, quando è il momento di eleggere il nuovo papa, il favorito della vigilia quasi mai è lo stesso che viene nominato pontefice. Non sappiamo se valga lo stesso per la carica di arcivescovo per cui speriamo di non far dispetto a nessuno facendo i nomi di coloro che sembrano essere i favoriti per la successione di Sepe.
Il nome che più circola è quello di don Mimmo Battaglia, vescovo dal 2016 della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti. 57enne, calabrese di nascita, si è sempre distinto per l’impegno nei confronti degli ultimi e per il suo attivismo nella solidarietà. Prete di strada proprio come don Luigi Ciotti, di cui è fidato amico: forse il profilo migliore per continuare nel solco del lavoro iniziato da Sepe.
Altri due nomi completano la rosa dei favoriti. Si tratta di Luigi Vari, nativo di Segni, in provincia di Roma, arcivescovo di Gaeta dal 2016 e cappellano del Papa dal 2003 e di Giuseppe Sciacca, catanese, fine teologo e giurista, attualmente segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica, il più importante tribunale di diritto canonico del Vaticano.
Curiosamente, nessuno dei tre più seri candidati alla guida della più grande arcidiocesi del sud Italia è campano, a differenza del cardinale Sepe, originario di Carinaro, in provincia di Caserta. Tuttavia, qualsiasi sia il religioso sul quale ricadrà la scelta, non possiamo che auguragli: Ca ‘a Maronn t’accumpagn!
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