‘Verità e giustizia’ c’è scritto alla base del murale che lo ricorda inaugurato oggi nel cuore dei Quartieri Spagnoli di Napoli. Verità e giustizia è quello che chiede la famiglia di Ugo Russo, il 15 enne ucciso lo scorso 29 febbraio a Napoli. L’opera della pittrice spagnola Leticia Mandragora ha fatto molto discutere nei giorni scorsi ed ha alimentato numerose polemiche. Alcuni, in città, ci hanno visto un modo per mitizzare la malavita. Ricordiamo, infatti, che il ragazzo tentò di rapinare un carabiniere in borghese che, difendendosi, lo uccise.
Esempio di riscatto
Il padre di Ugo Russo, Vincenzo, non vuole far passare il messaggio sbagliato e lo ha affermato ai microfoni dei giornalisti. Secondo lui quest’opera non rappresenta “nessun atto di forza, né la volontà di voler mitizzare mio figlio. Questo murale vuole essere solo un modo per mantenere alta l’attenzione su quanto accaduto quella notte e un monito per gli altri ragazzi dei Quartieri Spagnoli affinché certi fatti non si ripetano”.
Ha poi ribadito il concetto dicendo: “So che l’iniziativa non è piaciuta a tutti e che hanno detto che può sembrare un modo per marcare il territorio. Nulla di tutto questo. Qualcuno parla di autorizzazioni, ma il condominio sulla cui facciata sorge il ritratto ha dato il consenso. Non ci crederete ma questo posto è pieno di talenti mortificati che non vengono messi in condizione di esprimersi solo perché non gli viene data un’opportunità. Se questo murale può servire ad altri ragazzi a non ripetere gli stessi errori di mio figlio penso sia un fatto positivo”.
Per Borrelli è un oltraggio alla giustizia
Tra coloro che non hanno apprezzato il murales inaugurato quest’oggi c’è anche il consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli (Europa Verde), che, senza peli sulla lingua, ha lasciato una lunga dichiarazione a riguardo.
“Oggi viene inaugurato il murale realizzato a quanto risulta senza alcuna autorizzazione ai Quartieri Spagnoli dedicato ad Ugo Russo, il 15enne ucciso mentre tentava di rapinare un carabiniere fuori servizio. Era presente, addirittura, un esponente della Municipalità, nonostante dal Comune sia stato dichiarato di non aver concesso alcun permesso.
Perché, in questa città, consentiamo ai prepotenti di agire come vogliono, nell’arroganza più totale? Questo è l’ennesimo attacco frontale da parte di questa gente alle leggi e allo Stato. Quando i familiari e gli amici di Ugo Russo parlano di legalità, non dimentichiamoci che sono a processo. Devastarono il pronto soccorso del Pellegrini e spararono contro la caserma Pastrengo dopo la morte del ragazzo”.