O’Tsunami, nome d’arte di Federico Petrone, è un ragazzo avellinese classe 1998 amante, sin da adolescente, della scrittura e della musica.
La svolta della sua carriera arriva, nel 2020, con l’uscita di “Accireme”, singolo che ha riscosso grande successo in Campania e non solo.
Nel 2021, O’Tsunami pubblica il nuovo singolo “Nisciuno comm a te” per poi, successivamente, collaborare con Peppe Soks, rapper salernitano di grande spessore, pubblicando il brano “Man e Man”.
Venerdì 8 ottobre, O’Tsunami rilascia il suo primo album “12 Lacrime”, che rappresentano il simbolo delle sofferenze che l’hanno indotto a guardare al futuro con occhi diversi, quelli di chi è dovuto crescere troppo in fretta.
Peppe Soks, Ntò, Eris Gacha e Niko Pandetta sono le collaborazioni che troviamo all’interno dell’album interamente prodotto, registrato e mixato da Nathys.
Noi del Corriere di Napoli abbiamo avuto il piacere di intervistarlo e riportiamo qui le sue risposte.
Le discoteche riaprono con nuove norme. Ma conviene?
L’intervista
– Innanzitutto, domanda che sembra scontata, come stai?
Adesso che è uscito l’album molto bene e molto più leggero di prima, ma più di tutto mi sento motivato per fare ancora di più e farlo ancora meglio.
– “12 Lacrime” ti sta dando abbastanza soddisfazioni?
Si, sia in termini di numeri che di calore, poi penso che la soddisfazione più grande sia arrivare al cuore delle persone e farle emozionare, in quello sembra ci sto riuscendo abbastanza bene.
– All’interno dell’album troviamo featuring di un certo calibro, come sono nate queste collaborazioni?
Le collaborazioni sono nate tutte in modo abbastanza naturale.
Tutti gli artisti presenti nel disco hanno collaborato con me, anche essendo di un livello superiore, perché provavano stima nei miei confronti e credevano nel progetto, penso sia la motivazione giusta per collaborare con artisti del loro calibro, questo mi ha motivato tanto.
– Che importanza hanno per te gli instore ma, soprattutto, i live?
Gli instore e i live hanno una grande importanza, perché ti permettono di toccare con mano il tuo pubblico, di farti sentire il calore e darti l’energia che serve per continuare a fare ancora meglio.
Infatti non vedo l’ora che si inizierà a suonare, è da tanto che non desidero altro.
– Secondo te, i dissing servono a qualcosa o sono solo un modo per fare hype?
Personalmente il dissing non è una cosa che mi piace tanto fare perché, per come sono io personalmente, sono molto concentrato su quello che faccio e non voglio distrazioni.
Però sicuramente apprezzo chi si dissa su una base al posto di chi si dissa su Instagram tramite stories.
– Si sente spesso che il rap sia diseducativo, come risponderesti?
Io penso che non siamo noi artisti a dover educare gli ascoltatori, penso che l’educazione si impari in altri ambiti, un’artista deve essere libero di poter parlare di quello che gli passa per la testa senza limiti e pregiudizi.
– A chi/cosa ti ispiri musicalmente?
Personalmente non mi ispiro a nessuno in particolare perché preferisco essere originale e unico in quello che faccio.
– Oltre alla musica cosa ti appassiona fare nel tempo libero?
Un’altra mia grande passione è il calcio, infatti gioco in una squadra del mio paese e partecipiamo a un campionato regionale, questa passione mi permette di sfogare tutte le cose negative che non riesco a dire o a scrivere.