“L’ultimo minuto” è il lavoro dell’emergente Davide Capasso. Appena ventiduenne, specializzato in apparati audiovisivi e attualmente studente alla Federico II, si innamora da bambino della fotografia per poi sviluppare questa passione nel campo contemporaneo del videomaking. Con Filippo Pelliccia nel 2020 fonda 96FPS Productions a cui si aggiunge nel 2021 Davide Piccirillo.
Un ragazzo del nostro tempo, giovane sì, ma con lo sguardo attento al mondo reale che ha visto stravolgersi in questi due anni di pandemia. Ed è proprio la crisi pandemica che fa scattare in Davide il bisogno di far sapere che abbiamo bisogno di una presa di coscienza sul nostro presente, sulle nostre azioni, sulla vita che fugge via e, soprattutto, sulle persone a noi care che spesso diamo per scontate.
Meno di tredici minuti per riflettere sui valori e la strada da percorrere, per riscoprire le radici oltre la solitudine e il dolore, oltre il mondo che corre dietro alle futilità e al consumismo sfrenato anche nelle relazioni, per scoprire dentro di noi cosa davvero “non sarebbe male, per sempre”.
“Ho fondato 96FPS Productions con Filippo Pelliccia nel 2020, mio vecchio amico di scuola, con l’intento di farci conoscere artisticamente, crescere e dire la nostra con la nostra idea di comunicazione”.
Nel 2021 si è poi aggiunto Davide Piccirillo, anche lui videomaker, specializzato e appassionato più alla creazione di VFX cinematografici e non solo.
A Sinistra Filippo Pelliccia con Davide Capasso
“Ci tengo a dire che non avrei realizzato il cortometraggio senza l’aiuto tecnico, il sostegno morale e la fiducia dei ragazzi che hanno lavorato con me e che fanno parte di 96FPS Production”
Un ragazzo coi piedi ben piantati a terra e che vuole fondare il proprio futuro su solide basi.
Cosa studi?
“ Sono iscritto all’Università degli studi di Napoli Federico II dove studio Culture digitali e della Comunicazione. Diciamo che rientra nel ramo della sociologia ma in un aspetto più tecnico e mediatico, trattiamo la comunicazione digitale in ogni sua forma.”
Quanto tempo ha richiesto la realizzazione del tuo primo progetto?
La fase di pre-produzione (soggetto e sceneggiatura, scelta del cast ecc) mi ha tenuto impegnato circa 2 mesi. La sceneggiatura, la storia, è nata in un tardo pomeriggio di dicembre del 2020. Avevo appena finito di lavorare e mi sedetti al parco pubblico sotto casa mia. Non era uno splendido periodo interiore (mancava molto la socialità dei bei tempi), pensavo a molte persone che avevano deciso di andar via dalla mia quotidianità. Di qualcuna sentivo ancora fortemente la mancanza. Dovevo schiarire i pensieri e vederli per davvero.
Alla storia ho lavorato fino a febbraio del 2021. Tra riprese e montaggio è passato un altro bel mese, quindi riassumendo il lavoro si è svolto in 3 mesi circa, compresi gli intoppi che hanno frenato l’uscita del cortometraggio, complice la mia prima volta nel gestire una troupe. Ci tengo a dire che non avrei realizzato il cortometraggio senza l’aiuto tecnico, il sostegno morale e la fiducia dei ragazzi che hanno lavorato con me e che fanno parte di 96FPS Productions”: il mio co-fondatore Filippo Pelliccia e Davide Piccirillo.
Cos’è per te “L’ultimo minuto”?
Ho visto la pandemia come una sorta di “fine del mondo”. In momento in cui vuoi evadere ma non puoi (a dar più peso a questo sono stati i 2 compleanni che non ho potuto vivere per davvero), ho pensato “come mi comporterei, cosa farei io in caso annunciassero la fine del mondo per davvero?” Alla fine, col mio team, ho raccontato ciò che credo sia vero. In special modo per i giovani come me. Esce il panico e la ricerca frenetica dei propri amici, della propria ragazza, persone che noi crediamo siano le più importanti. Spesso ci dimentichiamo di ciò che abbiamo davvero tutti i giorni, ossia la famiglia. E come si evince da “L’ultimo minuto”, alla fine questa resta sempre al tuo fianco, anche quando per un attimo avrai pensato di voltarle le spalle.
Dove ti vedi fra tre, cinque anni?
Sono quasi convinto che continuerò a fare quello che cerco di fare oggi, ossia esprimermi attraverso l’audiovisivo e cinematografico. Spero di ritrovarmi in una fase di crescita personale più avanzata, esperta e consapevole. Poi si sa che non si smette mai di imparare, e spero di non perdere la curiosità e la passione che oggi mi spingono ad esplorare questo mondo.
Riassumi in una frase la tua arte
Sono grato quando mi danno dell’ “Artista” e definiscono i miei lavori “Arte”, ma mi sono sempre trovato a disagio di fronte a questa cosa pensando ai veri Artisti del passato.
Io ho appena cominciato. Mi sento solo di dire che l’Arte non è mia ma di tutti e che tutti possiamo scegliere di essere Artisti. Alla fine credo che essere Artista non sia una professione ma un sentimento, un modo di essere, sentire e vivere la vita.
Scopri qui il cortometraggio “L’ultimo minuto”
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