Ogni volta che utilizziamo l’aggettivo “partenopeo”, stiamo facendo per certo un richiamo al mito della sirena Partenope.
La sirena che diede vita alla città di Napoli è protagonista di diverse leggende. La più conosciuta è quella che la vede innamorata di Ulisse: l’eroe però non cede al canto della creatura la quale va incontro al suo destino di morte. Il corpo senza vita della sirena viene trasportato dalle altre creature marine fini alla costa, dove ella si dissolve creando la nascita di Neapolis.
In un’altra versione Partenope, Ligea e Leucosia vedono il loro canto sorpassato dalle note armoniche della lira di Orfeo e, non potendo sopportare l’onta subíta, si gettano in mare dove vengono trasformate in scogli.
Nella cultura più moderna l’immagine di sirena ci arriva da una fiaba di Andersen “La sirenetta”. Nella versione Disneyana questa andrà a vivere felice e contenta con il suo principe, ma l’idea di Andersen è al contempo tragica, delicata e potente.
La trama di Andersen
La sirenetta figlia del Re del Mare ottiene come dono per il suo quindicesimo compleanno di salire in superficie a esplorare il mondo umano. Una nave sta naufragano e la sirena, invece di incantare gli uomini col suo canto per indurli a lasciarsi cadere per poi portarli in fondo al mare, rimane affascinata da un giovane principe e se ne innamora. Lo porta in salvo a riva e quando lui si riprende dall’incidente vede la sirena e ne ode il canto. Pur di rimanere accanto al suo amato, la sirenetta si rivolge alla Strega del mare, la quale le taglia la lingua e trasforma la sua coda in due gambe. Dovrà far innamorare il principe entro un tempo stabilito altrimenti verrà ulteriormente trasformata in schiuma del mare. Il principe non riconosce la fanciulla così trasformata poiché ne conosce solo il canto e finisce per sposare un’altra donna. La sirenetta ha un’ultima opportunità di salvezza: uccidere l’amato con un coltello stregato e intingere i propri piedi nel suo sangue.
Ma la sirena, vinta dall’amore, non può accettare che il suo amato muoia: accetta il proprio destino e si uccide, trasformandosi in schiuma del mare.
La grotta azzurra immortalata nella fiaba
In questa fiaba l’amore porta a più trasformazioni ed è così forte da preferire di infrangersi ancora e ancora come il mare sugli scogli. Andersen introduce un paesaggio che prende spunto da uno dei luoghi più magici e suggestivi del mondo: la Grotta azzurra di Capri.
Le Trasparenze e i riflessi blu unici avevano incantato l’autore che, giunto a Napoli per il Gran Tour in voga nel suo secolo, non potè fare a meno di dedicare al territorio lo sfondo per il suo racconto più famoso, descrivendo conchiglie, flora e fauna marine. Napoli e le sue bellezze gli furono di pura ispirazione.
Che passiate per piazza Sannazaro ad ammirare la Fontana della Sirena o che siate a Copenaghen a vedere la statua di bronzo simbolo della città, potete star certi che mito, fiaba e amore si intrecciano inesorabilmente.