Ho scoperto il talento di Andrea Gandini direi per caso. Passeggiavo immersa tra la folla quando, assorta nei miei pensieri, qualcosa mi destabilizzò. Forse perché in quello sguardo scolpito nel legno ritrovai le inquietudini di quel momento ma ne fui completamente rapita. Osservando attonita quel tronco superbamente scolpito mi accorsi che l’opera era autografata. Dopo una breve ricerca scoprii che l’opera di cui sopra si chiamava “L’uomo di strada“ e che Andrea Gandini è piuttosto conosciuto, specialmente a Roma, dove ha realizzato circa 54 sculture nascoste in giro per la città. L’uomo di strada rappresenta “la materializzazione dell’uomo di strada che combatte gli eventi, li domina e non li subisce” ed è un omaggio al passante comune. In questa intervista conosceremo meglio Andrea Gandini, giovane scultore del legno che “opera” i tronchi.
Intervista ad Andrea Gandini, artista del legno
-Ciao Andrea e complimenti per i tuoi lavori. Parlaci del tuo progetto di realizzare un Parco d’Arte.
I Parchi d’Arte, a mio parere, rappresentano il Futuro. A causa del Covid è stato registrato un notevole decremento delle visite al museo, mentre già prima del Covid le visite ai Parchi d’Arte hanno subito un incremento, segno che le persone si stanno spostando verso gli spazi aperti. In più il fatto che le opere dialoghino con l’ambiente fa si che si crei un’esperienza immersiva, che poi è quello che ricerco quando realizzo le mie opere: un dialogo tra scultura e natura, anche in un contesto urbano. All’interno di un museo, invece,le sculture e le opere in generale dialogano solo con le pareti bianche e lo spettatore. Nel centro Italia e al sud manca un vero Parco d’arte di alto livello, purtroppo. Ci vorrebbe un Parco d’Arte di alto livello, magari tra Roma e Napoli, in un punto facilmente raggiungibile e vicino a qualche centro abitato.
-Quando hai scoperto di avere il talento come scultore?
Ho iniziato a scolpire all’incirca a 16 anni in garage e fin da subito ho capito di avere una passione, oserei dire un’ossessione, per il legno. Sono circa 7-8 anni che lavoro questo materiale. L’amore per il legno come materiale è venuto prima di quello per la scultura vera e propria. Le venature del legno sono quasi poetiche. Ogni albero ha una storia. Come in uno scavo archeologico: piano piano togli l’eccesso e la polvere ed esce fuori lo scheletro di un tirannosauro..una cosa del genere!
-Vorremmo che la nostra città si arricchisca con opere come quella che hai realizzato a Napoli, in Piazza Carità. Pensi di regalare altri lavori alla nostra città?
Certamente. Ci stavo anche pensando. Magari si trovasse qualcuno che finanzi le opere che realizzo! Ultimamente ho realizzato un’opera su commissione per celebrare Luigi Bigiarelli, fondatore della Lazio, in occasione della festa dei 122 anni. Ma si trattava di una commissione.
-Da cosa deriva la scelta di realizzare i tuoi capolavori per strada invece che in studio?
Io ricerco il rapporto con le persone; dietro le mie sculture non c’è un messaggio preciso, se non quello di sensibilizzare le persone sulle tematiche ambientali; ma se le mie realizzazioni riescono a suscitare emozioni allo spettatore, far battere il cuore a qualcuno per pochi secondi ad uno spettatore casuale, creare un’emozione..che sia felicità o rabbia..ho realizzato il mio obiettivo!Quando lavoro in strada non chiedo mai autorizzazioni per due motivi: il primo è che ci vorrebbe troppo tempo, il secondo motivo è che se chiedessi i permessi non avrei la stessa libertà espressiva che ho non facendolo. Con le mie sculture cerco di ridare dignità ad uno scarto, in qualche modo intagliando un volto o un busto in un tronco gli regalo un identità umana. Il mio intervento diventa una lapide eretta in onore di quello che un tempo era un albero e quindi una forma di vita.
-Hai mai pensato che, essendo sculture di pochi centimentri, le tue realizzazioni non ricevano il giusto rispetto o l’adeguata valorizzazione? Ricordo di aver chiesto ad alcune persone di alzarsi dal tuo tronco in Piazza Carità, perchè lo avrebbero scambiato per uno sgabello dove sedersi( incredibile, ma vero!), o di spostare la loro bicicletta ivi parcheggiata.
Ci sta! La Scultura nasce come opera inserita in un contesto urbano; non si tratta di un’opera “ufficiale”, quindi lo avevo previsto. La cosa più importante è il rispetto, non ammetterei atti di vandalismo invece, quello mi dispiacerebbe.
-Da cosa deriva la scelta di realizzare sculture in legno? Oltre che con il legno ti sei mai cimentato con altri materiali, ad esempio il marmo?
No. Ma mi piacerebbe realizzare una scultura in tufo, tipo quella dei quattro presidenti Americani sul Monte Rushmore, ma in Italia: lo considero un sogno “irrealizzabile”.
-Parlando di Scultura, chi sceglieresti tra Michelangelo, Rodin e Bernini?
Michelangelo. Ma sono tutti artisti incredibili, non sono confrontabili anche perchè appartengono a periodo diversi. Comunque sceglierei Michelangelo. Ad ogni modo non mi paragono a nessuno di loro.
Vasari descrisse il non-finito michelangiolesco come la capacità di “far emergere la figura della pietra come se la si vedesse affiorare da uno specchio d’acqua”. Andrea Gandini, artista dalla grande sensibilità, libera l’anima dei tronchi imprigionata nella materia inerte, raccontandoci una storia.