Still_Life_Scan è il nuovo progetto di ricerca di Vittoria Piscitelli che indaga uno degli elementi cardine della storia dell’arte, ancora ampiamente dibattuto: il rapporto tra il reale e la sua rappresentazione. La sfida è restituire la complessità della realtà, interrogandosi,
al contempo, sul rapporto tra il mondo fisico e quello ideale e sull’incidenza che l’uno esercita sull’altro.
Oggi la tangibilità del reale è riprodotta fedelmente su supporti tecnologici grazie alle continue innovazioni digitali, creando una tipologia di immagine in cui la rappresentazione
appare coincidere con la realtà; Illusioni e disillusioni estetiche che creano quella confusione percettiva secondo cui sembra che “le immagini siano passate nelle cose” (Baudrillard).
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L’ambiguità delle opere di Vittoria Piscitelli nasce proprio dall’uso delle nuove tecnologie digitali e si insinua con estrema naturalezza in un contesto storico fortemente eterogeneo e di grande unicità come quello della collezione del Museo Civico Gaetano Filangieri.
Stil_Life_Scan | I dipinti di luce
Still_Life_Scan affianca i grandi capolavori del ‘600 e del ‘700 della raccolta, generando un equivoco cronologico e stilistico che si risolverà soltanto indagando più da vicino gli stessi lavori. L’artista, grazie alla sua personale estetica della luce, si appropria del tòpos della natura morta ed in particolare di quella della tradizione fiamminga settecentesca. I lavori di Vittoria Piscitelli, che ad un primo approccio sembrano rivendicare quella fissità e quel tempo sospeso delle antiche nature morte, rinviano ad una natura tutt’altro che inanimata.
Nei “dipinti” di luce di Piscitelli si concentrano numerosi concetti legati alla contemporaneità, alla nuova concezione estetica ed artistica dell’arte ma anche e soprattutto alla complessità dell’attuale società immateriale. L’esercizio di studio della luce e dei corpi supera il virtuosismo della pratica pittorica tradizionale, così i fiori adagiati sul piano di uno scanner si trasformano in una realtà fatta di pixel che acquisisce la stessa dignità espressiva e la stessa iperrealtà tipicamente fiamminga delle opere di Hyeronimous Galle, Maria Van Oosterwijck ed altri illustri pittori del passato.
Il fascio luminoso dello strumento digitale segna, dunque, l’ultima frontiera tra reale e virtuale, tra materiale e immateriale. Attraverso le scannerizzazioni la volumetria dei fiori viene riprodotta chirurgicamente dalla macchina che sa guardare più attentamente dell’uomo post-moderno. Qui, la natura, da sempre emblema della libertà e del limite dell’uomo, si palesa in tutta la sua sublime caducità presentandosi allo sguardo clinico e cinico dello scanner. Il nero crepato degli antichi fondi ad olio diventa la profondità del buio che sfugge alla lampada che cattura, invece, quella polvere e quelle incertezze che l’idea di perfezione contemporanea vorrebbe eliminare per sempre, attraverso ritocchi analogici e digitali.
Chi è Vittoria Piscitelli
Vittoria Piscitelli (1989) è un’artista visiva la cui ricerca predilige le tecniche del collage, del ricamo e della fotografia. La sua coscienza visiva attinge dai repertori della storia dell’arte, della cultura di massa, fino a toccare linguaggi più concettuali. Ha frequentato l’Accademia di Belle Arti di Napoli, diplomandosi prima in Pittura e poi in Graphic Design nel 2012.
Da subito espone in diverse personali come U.G.L.Y. u go losing yourself presso la Galleria D’Ayala 6 (Napoli, 2013) e Abat-Jour (Napoli, 2015) curata da Federica De Rosa e Corrado Morra presso la Galleria Arti Decorative. Del 2017 è la mostra Tutto questo l’ho fatto solo per te. presso la Mapils gallery di Maria Pia de Chiara, curatrice con De Rosa e Morra, punto catartico e di svolta formale nella ricerca dell’artista partenopea.
Negli anni partecipa a numerose collettive tra le quali si segnalano MELI MELO a Londra presso la RedChurch Street Gallery a cura di Victoria Genzini, Marsida Rexhepaj e Riddhi Bhansal (2011); Il Corpo della Donna a cura di Victoria Genzini (Milano, 2011); Who curata da Project&nd (2017) e Contrasti: Design dell’Accademia per la città curata dall’Accademia di Belle Arti di Napoli entrambe presso il PAN – Palazzo delle Arti Napoli (2017).
Dal 2014 ha collaborato al progetto discografico Le Strisce per Suonivisioni Records, realizzando il concept artistico per l’album Hanno Paura di Guardarci Dentro, dal 2016 ha lavorato per il progetto Davide Petrella con il disco Litigare per Warner Music Italy nel ruolo di art director visivo e graphic designer. Ancora attualmente cura l’immagine visiva del progetto Tropico per Universal Music Italy. Attualmente vive e lavora a Napoli.