Lo scugnizzo che diventò scienziato, Salvatore Lo Bianco
Il nome di Salvatore Lo Bianco dice poco alla maggior parte dei napoletani, eppure Turillo (così era chiamato affettuosamente dai suoi amici) è stato uno dei più eminenti zoologi della fine del XIX secolo. Partendo dal gradino più basso, grazie alla sua passione, divenne negli anni pilastro della Stazione zoologica di Napoli.
Quanno jucavo ô strummolo, â liscia, ê ffijurelle,
a ciaccia, a mazza e pìvezo, ô juoco d”e ffurmelle,
stevo ‘int’ â capa retena ‘e figlie ‘e bona mamma,
e me scurdavo ô ssolito, ca me murevo ‘e famma.
Raffaele Viviani, “Guaglione”
Il contesto storico
Salvatore Lo Bianco nacque a Napoli nel 1860, negli anni difficili che succedettero l’Unità d’Italia. Il periodo drammatico della transazione dei poteri e delle scellerate scelte socio economiche promulgate da casa Savoia. La chiusura degli istituti assistenziali ecclesiastici (decreto regio 3848 del 15 Agosto 1867), il disarmo degli arsenali e degli opifici (ferrovie, cartiere, seterie, impianti siderurgici), l’abolizione dello sfruttamento agricolo intensivo della Terra di lavoro, la coscrizione obbligatoria di cinque anni, il “Brigantaggio” (legge Pica, DR 1409 del 15 Agosto 1863). La mancanza oggettiva di lavoro, l’inurbamento massiccio, l’assenza di enti assistenziali, contribuirono a creare queste figure di monelli di strada che vivevano di espedienti per le strade della città che il poeta Ferdinando Russo definirà “scugnizzi”.
L’infanzia di Salvatore Lo Bianco
Nella sua Mergellina anche Turillo, alto e massiccio, è uno scugnizzo. Il padre, portiere del magnifico Palazzo Torlonia, decide di toglierlo dalla strada, affidandolo come garzone, a quello strano tedesco che vive nel suo palazzo. Il tedesco altri non è che Anton Dohrm, biologo di fama internazionale, che ha realizzato a Napoli un progetto rivoluzionario per confermare le teorie evoluzionistichedel suo collega e amico Charles Darwin. Una Stazione Zoologica per gli scienziati di tutto il mondo, autofinanziata dai proventi ricavati dalle visite ad uno dei primi acquari marini d’Europa.
Da garzone a direttore
A quattordici anni Lo Bianco inizia a lavorare, come inserviente, alla stazione zoologica. Dohrm, notando la sua acuta perspicacia e la curiosità intellettuale, gli affida il compito di seguire gli scienziati ed i pescatori impegnati nel lavoro di reperimento di materiale biologico nelle profondità del golfo di Napoli. Li impara a suddividere i reperti da affidare ai laboratori dalla fauna per arricchire l’Acquario. Per la sua indole rigorosa ma giovialeTurillo diventa un punto di riferimento e di mediazione tra i pescatori ed i ricercatori. E Dohrn non tardò a cogliere questa nuova dote dimostrata del giovane. Affida allo zoologo August Müller la formazione scientifica del ragazzo. Salvatore Lo Bianco apprese tanto e bene le nozioni imparate negli anni che, quando Müller lascio la carica, diventò, a soli ventuno anni, capo del reparto conservazione della stazione zoologica.
La Fama e la morte
Esperto della fauna e della flora marina, pubblica oltre trenta lavori scientifici per i quali riceve il plauso internazionale degli accademici e degli scienziati. Perfezionò tanto i metodi di conservazione dei reperti biologici marini che intere collezioni poterono essere spedite in tutto il Mondo. Per tali meriti fu insignito nel 1895 della Laurea honoris causa in Scienze Naturali dell’Università di Napoli. Per i suoi studi rigorosi e innovativi Lo Bianco divenne membro di varie accademie e società scientifiche, come la Società dei Naturalisti di Napoli, la Società spagnola di scienze naturali, l’Accademia dei Lincei, la Società imperiale di Vienna, e ricevette onorificenze italiane, tedesche, russe e spagnole. Morì, stroncato da apoplessia celebrale, a soli 51 anni.
Lo scugnizzo e il Museo
Per celebrare i 150 di attività della Stazione Zoologica di Napoli è stato recentemente inaugurato il Darwin-Dohrn Museo nei locali della ex Casina del Boschettonella Villa Comunale. Una vera perla tematica che illustra la teoria dell’evoluzione attraverso gli organismi marini. I nuovi spazi, oltre ad arricchire la già vasta offerta espositiva dell’Acquario vi daranno l’opportunità di ammirare, tra l’altro, la collezione storica del Museo di Zoologia della Stazione Zoologica, a cui ha lavorato il grande Salvatore Lo Bianco. Inoltre, il suo laboratorio, ricostruito e mostrato accanto alle sue opere, vi regalerà l’emozione di trovarvi, come a bordo del Nautilus nelle profondità marine narrate da Giulio Verne.
Una riflessione dovuta
Leggendo la storia di Salvatore Lo Bianco si impone una riflessione di natura etica. Uno scugnizzo diventa scienziato grazie ad un grande uomo che ne intuisce le potenzialità oltre il censo e l’aspetto. Quanti futuri geni di questa “amara terra” si sono persi solo perché nessuno ha avuto il coraggio di scommettere su di loro?
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Molto interessante! Bravo Antonio!