
Battistello Caracciolo e la Sardegna tra MANN e Capodimonte. La bellezza delle tombe dei giganti rivelata al MANN e le opere di Capodimonte.
A partire dal weekend 10 -12 giugno 2022 tanti appuntamenti da non perdere al Museo e Real Bosco di Capodimonte con il Campania Teatro Festival, l’Animal Day, il laboratorio di disegno a cura di Andrea Bolognino e gli spettacoli a cura di MusiCapodimonte.
Quattro le mostre in corso: Il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi: Battistello Caracciolo (1578-1635) fino al 2 ottobre 2022, Salvatore Emblema (fino al 30 ottobre 2022), Oltre Caravaggio. Un nuovo racconto della pittura a Napoli (fino al 7 gennaio 2023) e Cecily Brown. The Triumph of Death (prorogata al 30 settembre 2022) inserita nel ciclo di mostre focus L’Opera si racconta.
Le sale del museo saranno aperte nel weekend secondo i consueti orari:
Il primo piano con la Collezione Farnese, la Collezione De Ciccio, la sezione dell’Armeria Reale, le sale dell’Appartamento Reale in un recente riallestimento e la mostra Cecily Brown 8.30 -19.30 con ultimo ingresso alle 18.30
Il secondo piano con la collezione delle Arti a Napoli, la mostra Oltre Caravaggio, la sezione di Ottocento e di Novecento al terzo piano e la mostra Salvatore Emblema 10 -17.30 con ultimo ingresso alle 17.00
La Sala Causa con la mostra Il patriarca bronzeo dei Caravaggeschi: Battistello Caracciolo (1578-1635) 10 -17.30 con ultimo ingresso alle 17.00
Le sale del museo saranno allietate, sabato e domenica, dalla musica al pianoforte del M° Rosario Ruggiero e dalle performance della Compagnia Arcoscenico (Rodolfo Fornario e Antonella Quaranta).
Il Real Bosco e il parco saranno aperti nei consueti orari, mentre la Chiesa di San Gennaro e il Cellaio con la mostra Emblema saranno aperti venerdì, sabato e domenica (ore 10.00- 17.30 con ultimo ingresso alle 17.00) salvo avverse condizioni meteo.
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Cretit: napolitoday
Al MANN sardegna Isola Megalitica. Dai menhir ai nuraghi: storie di pietra nel cuore del Mediterraneo
Dopo Berlino, San Pietroburgo e Salonicco, arriva al Mann la stora di una terra che fa “parlare le pietre”.
L’antica cultura megalitica della Sardegna, in particolare quella dei nuraghi si rivela anche a Napoli in una mostra in cui potrete ammirare statue di divinità, guerrieri ed animali, ma anche riproduzioni in scala di costruzioni e imbarcazioni e tutto ciò che potrà farvi rivivere la cultura della terra delle “tombe dei giganti”.
Cinque querce accolgono i visitatori nell’atrio del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. Queste piante, tipiche della Sardegna, evocano le radici comuni tra culture diverse, ma anche la resilienza di un popolo abituato a riplasmarsi di continuo, assorbendo i nuovi arrivati e rielaborando gli stimoli culturali.
L’archeologia fruga tra linguaggi nuovi per raccontare in una mostra le antichissime culture megalitiche di un’isola ricca di storia. Dopo aver stregato il Museo Nazionale per la Preistoria e Protostoria di Berlino, il Museo Statale Ermitage di San Pietroburgo e il Museo Archeologico Nazionale di Salonicco, la grande mostra internazionale Sardegna Isola Megalitica fa tappa a Napoli con un ospite d’eccezione.
Prestito eccezionale di questo viaggio nel tempo a cura di Federica Doria, Stefano Giuliani, Elisabetta Grassi, Manuela Puddu e Maria Letizia Pulcini, con il coordinamento di Bruno Billeci e Francesco Muscolino, è una delle celebri sculture in pietra dei Guerrieri di Mont’e Prama, sulla cui datazione ferve ancora tra gli studiosi un ampio dibattito. Grazie al Ministero della Cultura italiano e alla direzione del Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, il gigante di pietra, mai prestato finora, si fa portavoce di un messaggio di continuità tra le antichissime culture mediterranee.
Nessuna regione d’Italia – commenta il direttore del MANN, Paolo Giulierini – ha forse mantenuto un legame storico e paesaggistico così forte con il passato come la Sardegna. La mostra racconta al grande pubblico come, nel corso dei millenni, il popolo sardo si fosse riplasmato di continuo, assorbendo i nuovi arrivati e rielaborando, talora attivamente, talaltra in forma coercitiva, gli stimoli culturali. Le cornici storiche mutano in parte e vengono riplasmate da un infinito numero di donne e uomini che, conoscendosi, incrociandosi, talora combattendosi, formano identità sempre più simmetriche. Andare alla scoperta dei mattoncini di questo DNA culturale è, crediamo, l’obiettivo più stimolante di una mostra. In questo viaggio archeologia e tecnologia si incontrano per svelare orizzonti imprevedibili”.