“Le Quattro giornate di Napoli” di Nanni Loy, il film sulla Resistenza della popolazione napoletana contro l’occupazione dell’esercito tedesco.
Il 27 Settembre 1943 iniziarono le settantasei ore di rivolta popolare che passarono alla storia come le “Quattro giornate di Napoli”. Il capoluogo campano fu la prima città europea a liberarsi autonomamente dalla dittatura Nazifascista.
Ogni quartiere della città insorse. Uno dei primi fu proprio il Vomero dove avvenne da parte di un gruppo di cittadini armati l’uccisione di un maresciallo tedesco che era alla guida di un autovettura militare. E così di seguito da Materdei alla Sanità. Donne e bambini, studenti, operai, militari, gruppi organizzati della Resistenza partigiana si ritrovarono uniti per difendere la libertà.
Da questi eventi storici e dal libro “La città insorge: le quattro giornate di Napoli” di A. De Jaco deriva il lungometraggio diretto da Nanni Loy del 1962. Nel film viene descritta in maniera vera e cruda l’insurrezione di una città che stremata reagiva in maniera quasi naturale, come a rispondere ad un istinto di sopravvivenza ai saccheggi, rastrellamenti e distruzioni che aveva dovuto subire dall’occupazione Nazifascista.
Pur non essendo un film neorealista è forte l’odore di neorealismo, stile cinematografico che pochi anni prima era nato in Italia e che per sempre cambierà la Storia del Cinema Internazionale, che porta con sé.
Basti pensare alla scena delle donne che assaltano la camionetta dei soldati tedeschi che avevano preso in ostaggio gli insorti napoletani liberandoli e passando insieme alla controffensiva.
O al viso del piccolo Gennarino (a cui il film è dedicato), in lacrime come lo spettatore quando guarda la scena, che muore con una bomba in mano pronto a lanciarla sui carri armati nazisti. Da una parte metafora del popolo napoletano che combatteva contro un nemico più forte di lui e dall’altra a dimostrazione di come assurda sia la guerra che riesce a coinvolgere perfino dei bambini all’interno dei suoi conflitti.
Ma non sarà vano il sacrificio di questa giovane vita e lo sforzo di tutti i cittadini napoletani, che da questo episodio culmine raccoglieranno tutte le forze per dar vita alle ultime azioni eroiche che porteranno a liberare il 1°Ottobre la città di Napoli, con gli Alleati ancora lontani che risalivano dal Sud la Penisola.
Candidato all’Oscar nel 1962 come miglior film straniero e sceneggiatura straniera, rimane ancora oggi di importantissimo valore, da vedere e rivedere soprattutto nelle scuole affinché i più giovani conoscano la loro Storia e non dimentichino che la Libertà di cui oggi godono sia costata delle vite.
“Noi la guerra non la facciamo per uccidere la gente” dal film Le quattro giornate di Napoli.