22 novembre 2021, sono passati 41 anni dalla scossa di terremoto che distrusse l’Irpinia e cambiò la storia del territorio campano, e al Museo Archeologico Nazionale di Napoli viene inaugurata 19:34. Fotografie di Antonietta De Lillo. La storia in presa diretta , una mostra che diventa un vero e proprio percorso di ricerca attraverso le testimonianze, i ricordi e le emozioni del novembre 1980.
”Trasmettere la memoria viva di ciò che è accaduto 41 anni fa è oggi, appena usciti dall’emergenza Covid19, ancora più significativo. Insieme al ricordo della tragedia vogliamo indicare alle giovani generazioni anche e soprattutto la forza e i sentimenti di solidarietà e la voglia di rinascita che trasmettono le immagini di questa emozionante mostra. Gli inediti scatti ‘in presa diretta’ di Antonietta De Lillo ci fanno infatti riflettere su una umanità sicuramente non differente da quella che soffrì per simili eventi nell’antichità. Ed anche nel dolore provocato dal terremoto e nella strenua opposizione alla natura matrigna si può riconoscere una delle tante identità delle genti del Mediterraneo. Una terra abituata a tremare quella del Sud Italia. Basti pensare al terribile terremoto del 62 d.C. che colpì proprio Pompei ed Ercolano e ai lavori di ristrutturazione degli edifici, mai ultimati, le cui testimonianze sono state suggellate dall’eruzione del 79 d.C.” Paolo Giulierini, Direttore del MANN
La mostra
L’allestimento della mostra, realizzata nell’ambito del Piano Operativo Complementare- POC 2014-2020 della Regione Campania, ha previsto l’esposizione di oltre cento fotografie concesse dall’archivio di marechiarofilm e scattate da Antonietta De Lillo all’indomani della scossa del 23 novembre 1980. Ciò che emerge agli occhi del visitatore è un reportage sensibile dove la giovane fotoreporter, all’epoca ventenne, riesce a restituire con una narrazione empatica e sincera l’umanità che si cela dietro quei fatti di cronaca.
Il racconto ha inizio a Napoli, con Piazza Plebiscito gremita di cittadini spaventati, dalla quale Antonella de Lillo parte con la sua Renault 4 e le macchine fotografiche verso i comuni dell’entroterra colpiti dal sisma. Le prime foto dei paesi interessati riportano la tragedia in tutta la sua violenza: macerie, i primi soccorsi, i gruppi di ricerca, il dramma dei ritrovamenti. Il reportage continua accompagnando il visitatore nelle settimane successive, mostrando la vita degli sfollati negli accampamenti, le roulotte e i prefabbricati, e il lavoro dei volontari che giunsero da tutta Italia. Il percorso di indagine della De Lillo segue la vita dei superstiti con l’arrivo della neve e di condizioni estreme, e li accompagna fino al disgelo, alle soglie dei primi segni di una fragile e coraggiosa ripresa segnalata dal riprendere delle semplici ma preziose attività di tutti i giorni.
Non solo immagini
Grazie al contributo di Rai Teche, dal cui archivio sono stati tratti alcuni spezzoni di telegiornali e radiogiornali dell’epoca, le immagini in mostra sono accompagnate nelle 3 sale da un tappeto sonoro. La mostra, patrocinata dall’Ordine dei Giornalisti della Campania, offre al visitatore anche la possibilità di leggere nelle didascalie che accompagnano le immagini commenti tratti articoli di giornale dell’epoca, in particolare del Mattino.
“Un altro aspetto fondamentale, nel solco della nostra ricerca su ‘Il MANN e la memoria’ dedicata alla città è l’apporto che diedero proprio i giovani, ‘i ragazzi del 1980’, alla rinascita del museo post terremoto. Dalla crescita del nostro laboratorio di restauro, alla definizione di una vera e propria ‘coscienza archeologica’ della città, questi aspetti sono ricordati nel contributo video del prof. Antonio De Simone che di quei giorni fu protagonista. Ed è da questa storia che nasce il nostro forte impegno in tema di sicurezza e beni culturali. Perché le grandi crisi, ieri come oggi, devono indicarci la strada per un futuro migliore” Paolo Giulierini.
Il Contributo dell’ateneo Federiciano
Il percorso espositivo si chiude con l’illustrazione dei recenti studi sull’antisismica condotti con l’Università degli studi Federico II, Dipartimento di Strutture per l’Ingegneria e l’Architettura (DiSt), diretto dal prof. Andrea Prota. La ricerca del DiSt si è concentrata sulla prevenzione del rischio sismico, in particolare in connessione all’edificio museale, agli allestimenti, alle esposizioni permanenti e temporanee. L’installazione di quest’ultima sezione è compatibile con la vocazione principale della mostra: parlare in particolar modo ai giovani e alle scuole.
Info utili
La mostra sarà visitabile dal 22 novembre 2021 al 2 maggio 2022, nelle sale adiacenti al salone della meridiana. Il museo archeologico è aperto tutti i giorni eccetto il martedì dalle 09.00 alle 19.30, il biglietto ha il costo di 15€ intero e 2€ ridotto. Per maggiori informazioni sul Museo visita https://mannapoli.it/