Raffaele La Capria è un autore nuovo per la rubrica Specchi di Carta. Oggi lo conosceremo attraverso il libro Capri e non più Capri.
Trama
In questo libro, il titolo fa da trama. La “Capri” e “non più Capri” coesistono, ma La Capria sottolinea come la prima stia piano piano svanendo per far spazio ad una realtà “malata, sofferente, disanimata”. Se oggi, anche per i napoletani, Capri è un miraggio, cosa doveva essere prima? Prima di essere deturpata dall’ignoranza dei turisti che inevitabilmente hanno impoverito il patrimonio naturalistico? La bellezza è uno dei punti chiave della riflessione di La Capria, simbolo di eternità è connesso a sua volta all’eternità degli elementi naturali. Un testo ricco di ricordi e riflessioni, odio e amore, che porta involontariamente a porci domande che, di norma, avremmo bellamente ignorato.
Autore
Raffaele La Capria, nato a Napoli nel 1922, è uno scrittore e traduttore. Laureato in giurisprudenza presso la Federico II di Napoli, nei tre anni successivi viaggia tra Francia, Inghilterra e Stati Uniti per poi stabilirsi a Roma nel 1950. Successivamente gestisce le pagine culturali del Corriere della Sera, diventa autore di radiogrammi per la Rai è co-sceneggiatore di molti film del regista Francesco Rosi. Nel 1961 vinse il Premio Strega per il romanzo Ferito a morte, nel 2001 e 2002 rispettivamente il Premio Campiello e il Premio Chiara alla carriera. Il suo esordio si ha con Un giorno d’impazienza, per poi proseguire con il romanzo di maggior successo Ferito a morte. È noto anche per aver tradotto romanzi di George Orwell e Thomas Stearns Eliot.
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