Continuano le interviste sportive del Corriere di Napoli: abbiamo avuto il piacere di intervistare Alfonso Russo, calciatore classe 00’, difensore dell’ A.S.D. Alfaterna Calcio.
Il calcio come sport di massa
Il calcio, come ben noto, è lo sport più seguito in Italia e attira sempre più persone di svariate età.
Sin da piccoli si comincia a giocare a pallone con gli amici in strada, al parco e al campetto per stare assieme. Molti ragazzi sviluppano buone capacità tecniche repentinamente, decidendo poi di iscriversi ad una scuola calcio.
“Uno su mille ce la fa”, dice Gianni Morandi nella sua celebre canzone ed è proprio così che funziona nel mondo del calcio. Il talento serve ma deve essere coltivato e sostenuto.
Alfonso, infatti, si è avvicinato da piccolo al calcio e, dopo diversi anni, ha cominciato a giocare in Eccellenza. È un semi-professionista che con tenacia riesce a mantenere viva la sua passione e, in contemporanea, a dedicarsi agli studi per diventare un futuro avvocato.
L’Alfaterna
L’Alfaterna è una società nata nel 1974 con a capo il Presidente Raffaele Stella, una persona molto dedita alla squadra. L’allenatore della prima squadra è il Mister Antonino Amarante. La squadra gioca nel Girone C dell’Eccellenza Campana, in quinta divisione.
Dopo più di vent’anni, l’Alfaterna è tornata in Eccellenza nella stagione 2019/2020. Nella finestra di mercato estiva, ci sono state delle conferme e due nuovi arrivi in squadra. La squadra ha inaugurato la stagione esordendo in Coppa Italia con il San Marzano Calcio e iniziando il campionato sabato scorso allo stadio “Karol Wojtyla” con la stessa squadra.
L’intervista ad Alfonso Russo
-Iniziamo con una domanda personale. Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo del calcio?
–Ho iniziato quando ero piccolino, all’età di circa 5-6 anni, a Scafati, presso la scuola calcio Ling Mondo Nazione con il Presidente Giovanni Vitiello, detto Giovanni O’Sceriff, da due anni deceduto. Egli è stato una personalità molto nota sia dal punto di vista sportivo che umano per generazioni di scafatesi. Oggi lo stadio della Scafatese è intitolato proprio alla sua persona. Tra l’altro il Comune di Scafati, ha stanziato dei fondi per rinnovare lo stadio comunale. Il compianto Giovanni mi ha insegnato i valori dello sport che tutt’ora mi porto dietro.
–Da qui hai iniziato e ti sei immerso nella realtà calcistica, cominciando a giocare maggiormente. Quand’è che hai cominciato a giocare a livello agonistico?
–Ho iniziato a giocare in campionati dilettantistici, come la Promozione e l’Eccellenza, all’età di 18 anni. Ho fatto le Juniores con la Nocerina a 17 anni, squadra in cui c’era il Mister Amarante come vice del Mister Morgia e da lì ho intrapreso la trafila in Eccellenza, nella Scafatese, la squadra del Presidente Vincenzo Cesarano. Il campionato con la Scafatese è stato molto sofferto e infatti ci siamo salvati, fortunatamente, all’ultima giornata dei play-out. È stata molto formativa come esperienza calcistica. Dopodiché mi sono unito alla rosa del Sant’Antonio Abate in Promozione e dall’anno scorso sto giocando per l’Alfaterna in Eccellenza, in prestito dalla Scafatese.
–La tua squadra hai detto è l’Alfaterna, un club di Nocera Inferiore. Come si colloca nel territorio? Descrivici la tua realtà.
–L’Alfaterna è una società dilettantistica di Nocera, nel territorio dell’Agro Nocerino Sarnese, che gioca nel campionato dell’Eccellenza Campana nel Girone C. È una realtà tranquilla, serena; una squadra che cerca di mantenere la posizione all’interno del campionato. Quest’anno cercheremo di fare un campionato discreto puntando in primis alla salvezza e anche ad aggiustare il punteggio in classifica, senza intimorirci delle squadre più attrezzate che hanno investito di più e che lottano in una promozione in Serie D.
–A proposito del tuo profilo calcistico, potresti parlarci un po’ delle tue caratteristiche tecniche, in che ruolo giochi?
–Gioco come difensore centrale in una difesa a tre, sono il terzo di sinistra. Nel corso degli anni ho cambiato il mio ruolo: prima ero un centrocampista, per la precisione un trequartista di impostazione. Poi, a quest’età, crescendo fisicamente ed essendo diventato molto alto e meno veloce, ho cambiato posizione. Mi sembra mancasse un difensore centrale e videro che avevo una bella visione di gioco e che potevo impostare bene anche da dietro anziché stare davanti. Perciò ho cominciato a difesa. Tutt’ora dico che mi diverto parecchio giocando anche in retroguardia, facendo qualche goal in meno.
–Adesso una domanda che rispecchia le tue aspirazioni calcistiche. Qual è il tuo calciatore preferito?
–Il mio idolo quand’ero piccolo è sempre stato Kakà. Infatti il ruolo precedente è stato quello del trequartista. Con l’età ho apprezzato sempre di più dei giocatori fisici dalle buone doti tecniche.
–A quale giocatore ti ispiri come difensore?
–Pensando attualmente al nostro campionato, mi vengono in mente dei difensori registi come Bonucci; forse mi ritrovo di più, con il mio modulo, in giocatori come Bastoni, essendo un terzo di difesa a sinistra. Oppure giocatori come Acerbi: calciatori che abbinano le qualità difensive a quelle di regia.
–Ritornando alla tua squadra attuale, presumo che l’Alfaterna sia seguita nell’ambiente. Siete sostenuti dai vostri tifosi, si intravede una passione per la squadra?
–Devo dire la verità, la squadra l’anno scorso non è stata molto seguita per via della pandemia. La nostra è la seconda squadra di Nocera; la prima è la Nocerina, i c.d. Molossi, che ha disputato campionati di alto livello come la Serie B e la Serie C. Quest’anno milita in Serie D. Perciò non abbiamo gli stessi tifosi della Nocerina.
Spero che quest’anno ci siano più tifosi rispetto all’anno scorso, sebbene la fase di allerta non sia ancora terminata. Speriamo di divertirci e di accontentare i supporters.
–Toccando invece un altro tasto, dato il tuo impegno in campo sportivo, come sei riuscito a coniugare le attività agonistiche con gli impegni scolastici ed universitari?
-Sin dal principio ho cercato di coniugare le attività agonistiche senza abbandonare gli studi. Inizialmente dando più priorità all’aspetto agonistico mentre adesso da studente universitario, cerco di organizzarmi prima le sessioni di studio per non trascurarlo. Fortunatamente gli allenamenti sono piazzati in un orario abbastanza comodo: dalle 14:00 fino alle 17:00. Solitamente coincidono con la pausa universitaria e quindi non mi pesa più di tanto. Più che altro sono le trasferte che occupano una giornata intera; il Sabato o la Domenica possono togliere un po’ di tempo. A volte preferisco studiare il pomeriggio così se vinciamo, studio con più piacere ancora. Quando perdo, magari studio con meno piacere…
-Per concludere, ti faccio una domanda sul futuro. Quali sono i tuoi sogni nel cassetto come calciatore?
–Sembrerebbe brutto dire che non ho ambizioni alte. Non sono così come persona, nel senso che cerco di dare il massimo altrimenti non ha senso fare una determinata cosa nella vita. Si studia per diventare un buon professionista, nel mio caso per diventare avvocato. Chi gioca a calcio, lo fa per migliorarsi e per diventare qualcuno. Tuttavia sono consapevole dei miei limiti fisici e atletici e della mancanza di tempo per lo studio.
Il mio sogno nel cassetto è quello di cercare di coniugare sempre al meglio questi due aspetti, cercando di divertirmi, di togliermi qualche sfizio con il rimborso spese che usualmente mi viene erogato da semi-professionista e cercare di migliorare soprattutto dal punto di vista umano-calcistico nella società.
Curiosità sulla Scafatese
Qualche curiosità della redazione riguardo la squadra della Scafatese, i c.d. canarini (il soprannome della squadra).
La squadra è stata citata in un film di Mario Mattioli “Totò al giro d’Italia” (1948), in cui il protagonista Ugo Casamandrei, interpretato da Totò, nell’intento di farsi arrestare inneggia una serie di affermazioni colorite e anche dei riferimenti calcistici a favore delle squadre del Nord fino a dire “Abbasso la Scafatese”, riuscendo a farsi arrestare.
La squadra è altresì denominata “La signora del Calcio Campano”, espressione coniata dal giornalista Francesco Matrone nell’articolo del Mattino dell’Aprile 1960.
La nostra intervista volge al termine. Grazie ad Alfonso per la disponibilità; la sua esperienza ci ha fatto aprire gli occhi nella realtà dell’Eccellenza ed è stato interessante conoscerlo sia come calciatore che come persona.
Continuate a seguire il Corriere di Napoli per le prossime interviste!
Autore: Elio Torrone