Un viaggio nelle stazioni dell’arte
Napoli non è solo pizza e mare. La città infatti si è aggiudicata il primato della Metro più sorprendente del mondo. Secondo una classifica tra le fermate più belle d’Europa in vetta alla classifica c’è la stazione di Toledo. Napoli è forse una delle poche città che può vantare un museo all’aperto distribuito all’interno della metropolitana. Un viaggio nelle stazioni dell’arte che da la possibilità a tutti di ammirare la bellezza di molte delle opere d’arte contemporanea. Le stazioni più belle sono quelle della Linea 1 che da Piscinola arriva a Piazza Garibaldi: lungo questo percorso si incontrano Vanvitelli, Materdei, Quattro Giornate, Salvator Rosa, Cavour, Dante, Toledo, Municipio e Università, più volte premiate come stazioni più belle d’Europa.
Stazione “Vanvitelli”
Il viaggio nelle stazioni dell’arte parte da Vanvitelli. La stazione è stata rimodernata tra il 2004 e il 2005, ospitando i capolavori di ben otto maestri dell’arte contemporanea. Gli interni sono resi molto luminosi dall’uso dei colori, dal blu al giallo, dal lilla alle diverse sfumature del grigio. Nello spettacolare atrio c’è la divertente installazione di Giulio Paolini. Un grande masso che sembra frantumare il recinto trasparente nel quale è intrappolato. I due corridoi laterali accolgono da una parte una sintesi di immagini appartenenti ad epoche e stili diversi, dall’altra le fotografie delle architetture della città. Sul soffitto blu del piano inferiore spicca la magnifica spirale in neon azzurro che rapisce l’attenzione. Sulle pareti laterali sono poste le due grandi stelle in acciaio che grazie al gioco dei pieni e dei vuoti riconfigurano lo spazio della stazione.
Stazione “Quattro Giornate”
La stazione è stata costruita ben 44 metri sotto terra e nell’atrio ospita i rilievi in bronzo e i dipinti di Nino Longobardi che si riferiscono alla Resistenza napoletana. Lungo le scale mobili che conducono alle banchine si trovano diverse opere d’arte: le scene di caccia e i “guerrieri” e la scultura in lamiera di alluminio accartocciata. Il percorso di risalita verso l’uscita accoglie tre grandi teche fissate al muro con travi in ferro. Si tratta di un’enorme immagine fotografica di Betty Bee intrappolata in un box, un dipinto di Maurizio Cannavacciuolo che si chiama Amore contro natura, infine le Combattenti, opera dedicata alla resistenza durante le Quattro Giornate di Napoli.
Stazione dell’arte “Materdei”
L’apertura della stazione metropolitana di Materdei, progettata da Mendini, ha valorizzato la piazza e l’intero quartiere. L’ingresso della stazione è molto suggestivo. Completamente rivestito di mosaici e dominato da una grande stella verde e gialla. La guglia in acciaio e vetro colorato che spicca sulla struttura caratterizza la piazza e regala luminosità all’atrio della stazione, dove si alternano i toni del verde e dell’azzurro. Sulla rampa di scale che conduce ai piani inferiori c’è un mosaico con rilievi in ceramica. Si tratta di uno spazio marino in cui si disperdono personaggi fantastici, un Pulcinella con il volto dell’artista dell’opera e scugnizzi napoletani.
Stazione “Salvator Rosa”
L’intento di Mendini era quello di offrire al cittadino uno spazio funzionale ed esteticamente bello che facesse da palcoscenico alla sua vita di tutti i giorni. La zona in cui si trova questa stazione è stata completamente rivalorizzata. Il parco ha diversi livelli collegati da una lunga scala mobile esterna che porta al piazzale dei giochi. Qui si trova anche la sorprendente “mano” di Mimmo Paladino. L’edificio della stazione è molto particolare. La guglia in acciaio sembra riprendere dei motivi fiabeschi e i tunnel delle scale mobili sembrano proiettare in un’altra dimensione. La stazione possiede anche una seconda uscita a via Salvator Rosa dove vi è la scultura del Pulcinella, di Lello Esposito che guarda dall’alto la vita della città che scorre. Alle sue spalle vi è il palazzo dove visse l’autore della famosa canzone “O’sole mio”.
Stazione “Museo”
Questa stazione fu edificata secondo il progetto di Aulenti. L’aspetto e il colore di questa stazione richiamano nei materiali e nelle sfumature la struttura del vicino Museo Archeologico Nazionale. L’atrio della stazione accoglie un calco in vetroresina dell’Ercole Farnese, conseguito dall’Accademia di Belle Arti di Napoli, mentre nella sala di ingresso secondaria vi è posto un calco in bronzo della imponente Testa di cavallo detta Carafa. Lungo i corridoi in direzione del Museo, è possibile ammirare le fotografie in bianco e nero di Mimmo Jodice. Nell’ingresso superiore è posta la riproduzione in bronzo del Laocoonte e alle sue spalle, le fotografie di Jodice. Il corridoio che conduce al Museo accoglie “Stazione Neapolis” che è l’esibizione dei resti archeologici ritrovati durante i lavori di scavo per la costruzione della Linea 1.
Stazione “Dante”
L’interno della stazione è rivestito da grandi pannelli in vetro e accoglie i capolavori di alcuni protagonisti dell’arte contemporanea italiana. Nell’atrio vi sono due tele di Carlo Alfano. Al di sopra delle scale vi è Queste cose visibili di Joseph Kosuth. Un’opera composta da un passo del Convivio di Dante, in cui le parole sono rese con tubolari di neon bianco. Sulla parete del piano inferiore c’è una spaziosa pannellatura di acciaio dove delle travi bloccano diverse paia di scarpe, un soprabito, un cappello e locomotive di trenini giocattolo. Sulle scale mobili c’è un’opera fatta a specchio in cui è delineato il profilo del bacino mediterraneo. Infine un lungo mosaico che è un insieme di colori, piccole forme geometriche e sette vivacissimi ovoidi, grossi e marcati.
Stazione “Toled0”
Una delle ultime inaugurate e forse la più bella, tanto da vincere il premio di stazione più bella d’Europa. Il Crater de luz è un grande cono che attraversa in profondità tutti i livelli della stazione, la sovrastante Piazzetta Berlinguer con la spettacolare hall che si trova 40 metri più in basso, sotto al livello del mare. La stazione è illuminata dall’opera “Relative light” l’intervento artistico di Robert Wilson: migliaia di LED programmati sulla gamma cromatica degli azzurri creano suggestive e variabili armonie luminose. Sulle pareti si rincorrono i mosaici di Kentridge che raffigura figure e oggetti ispirati alla storia della città di Napoli. Il corteo è guidato da San Gennaro, il patrono della città.
Stazione “Università”
Una stazione “morbida e colorata” che si trova nella zona dove si concentrano le università. L’architetto e designer anglo-egiziano Karim Rashid ha realizzato spazi che trasmettessero i saperi e i linguaggi della nuova era digitale senza dimenticare la grande tradizione umanistica italiana e napoletana. Ecco quindi una moltitudine di parole, ma anche un grande disegno con Dante e Beatrice, a celebrare l’incontro tra passato e futuro. Al di là dei tornelli c’è l’opera Conversational profile, dei volti di profilo, metafora del dialogo e della comunicazione tra gli esseri umani.
Stazione “Garibaldi”
La più grande e importante delle stazioni napoletane porta la firma dell’architetto e urbanista francese Dominique Perrault, che ha ridefinito anche la sovrastante Piazza Garibaldi . La stazione è un unico, luminoso e profondo ambiente attraversato solo dalle incredibili scale mobili “sospese” coperte solo da vetro trasparente che permette alla luce solare di arrivare fino a 40 metri di profondità. La stazione ospita due grandi opere di Michelangelo Pistoletto, uno dei protagonisti della scena artistica internazionale. Il viaggio nelle stazioni dell’arte finisce qui.
Napoli è piena di meraviglie, le tappe possibili in città sono tantissime, ma tra queste, le stazioni dell’arte sono veramente particolari e fuori dal comune quindi mi raccomando non perdertele.
Potrebbe anche interessarti:
Giotto a Napoli: tra Santa Chiara e il Castel Nuovo
Le nuove stazioni partenopee: da Piazza Municipio a Via Duomo