Il 22 luglio 2010 è una data che i tifosi napoletani ricorderanno con tanto affetto. Qualora vi dovesse capitare di girare nelle viuzze della città, provate a chiedere ad ogni anima pia che abbia un minimo di respiro di Edinson Cavani; in tanti, ma in tanti, vi snoccioleranno ogni sua azione. In tre anni, quel ragazzino proveniente dal Palermo farà fare un giro sulla giostra agli appassionati del club azzurro, giocando 138 partite e timbrando il cartellino ben 104 volte. Arrivato con l’etichetta di scommessa, diventerà uno dei migliori della storia del club.
Dalla Sicilia rosanero alla Campania
“El Matador”, dopo Danubio e Palermo, in un giorno di piena estate sceglie Napoli, che acquista il calciatore in cambio di 15 milioni di euro. Quando Cavani arriva a Napoli, la squadra si appresta a giocare di nuovo in Europa dopo un anno di assenza; difatti, il sesto posto conquistato l’anno prima permette agli azzurri per la prima volta alla nuova UEFA Europa League. E’ proprio in questa competizione che il nuovo centravanti esordisce con la maglia numero 7, soffiata al compagno di squadra Ezequiel Lavezzi, che sceglierà la 22. Si gioca il 26 agosto 2010, gara di ritorno dello spareggio contro l’Elfsborg: in campo svedese, il risultato recita 2-0. Doppietta, neanche a dirlo, di Edinson Cavani.
Che giocatore è questo Edinson Cavani? Mingherlino (il suo soprannome da piccolo era “El Botija”), la sua tenacia e la grinta che mostra in campo lo rendono un centravanti atipico. Da che mondo è mondo, un attaccante di razza deve saper fare una cosa: gol. Di gol al Danubio ed al Palermo ne ha fatti, Cavani, che si è presentato nella maniera più giusta ai suoi nuovi tifosi, pronti a dire addio a Fabio Quagliarella, l’ormai “vecchio” centravanti della scorsa stagione.
Nella sua prima stagione all’ombra del Vesuvio, El Matador firma la bellezza di 33 gol in 47 partite, alcuni di questi rimasti nell’immaginario collettivo. In Europa a farne le spese è la Steaua Bucarest: all’andata termina 3-3 con un gol di Cavani al 97′, al ritorno arrivano i tre punti proprio grazie ad un suo gol sempre all’ultimo respiro. Sembra quasi si diverta, Cavani, a far terminare le partite come gli pare e piace. L’esempio più lampante, stavolta su suolo italiano, è la partita contro il Lecce.
Il Napoli domina, gioca, ma la porta difesa dai pugliesi fatica ad essere penetrata. L’azione che porta al finale di partita è da film thriller: salvataggio di Gianluca Grava sulla linea, palla a Cavani e gol. Come gol? Si, gol. Immortalato dalla divertentissima voce di Carlo Alvino, il gesto di Edinson Cavani entra di diritto nel cuore di Napoli. La sua recorrida memorable tiene col fiato sospeso 32.000 spettatori, si aggiusta la palla e tira un pallone che va a lucidare l’incrocio dei pali della porta leccese.
Napoli-Lecce 1-0: Edinson Cavani al 93′
La Champions League ed il primo titolo
La seconda stagione è forse quella più importante a livello personale. Cavani segna ancora e lo fa con la stessa dimestichezza dell’anno precedente, quasi fosse una cosa semplice e naturale. Il 2011 a Napoli vuol dire una cosa sola: la Champions League. A pensare che il club 7 anni prima girovagasse per i campetti della terza serie italiana, si penserebbe ad un traguardo niente male. Ah, quasi dimenticavo: all’esordio contro il Manchester City è 1-1, gol di un certo Cavani.
Contro la previsione di chiunque, gli azzurri passeranno il girone di ferro con gli inglesi ed il Bayern Monaco (campione l’anno dopo) ed agli ottavi di finale incontrano il Chelsea. Che squadra organizzata è il Chelsea, tipico degli inglesi. Al San Paolo, però, il tabellone dice 3-1: doppietta di Lavezzi e gol de “El Matador”. Al ritorno, madre esperienza esce fuori con forza ed il Chelsea passa il turno, andando poi a vincere il trofeo mesi dopo.
Se in Europa il cammino è stato entusiasmante quanto un giro sulle montagne russe, anche in Italia le cose non vanno male. La squadra arriva al 5° posto e, soprattutto, in finale di Coppa Italia. Il 20 maggio 2012, il Napoli festeggia per la prima volta la vittoria di un trofeo a 7 anni dal fallimento. All’Olimpico, la Juventus è battuta 2-0 e le reti sono di Cavani ed Hamsik. Il ragazzino mingherlino di salto, “El Botija”, è diventato grande.
Titoli di coda
L’ultimo anno a Napoli è, dal punto di vista realizzativo, il migliore per Edinson Cavani. Segna 5 gol in più rispetto alle prime due stagioni e a fine anno si laurea, con 29 reti, capocannoniere della Serie A; l’unico a farlo con la maglia azzurra fino a quel momento, è stato il migliore di tutti i tempi. Dal punto di vista collettivo, la stagione ha un sapore amaro ma dolce, allo stesso tempo: aperta con la rocambolesca sconfitta in Supercoppa italiana contro la Juventus, il Napoli chiuderà 2° in campionato, anche se il cammino in Coppa Italia ed in Europa League non sarà dei migliori.
Il gol n°104, l’ultimo con quella 7 azzurra dipinta addosso, Edinson Cavani lo segnerà nello stadio e nel mese più importanti della sua carriera da scugnizzo. È il 19 maggio 2013, un giorno prima dell’anniversario della vittoria in Coppa Italia, e nello stadio dove quella vittoria tanto sognata diventò realtà (Stadio Olimpico, ndr), “El Matador” firmerà il 2-1 nella sconfitta contro la Roma.
Andrà a giocare al PSG subito dopo, ma non ha mai dimenticato ciò che Napoli è stata per lui e per la sua carriera. Farà bene in Francia ed anche ora, al Manchester United, non è che se la passi poi così male; ma “El Matador” sarà sempre raffigurato con quella maglia azzurra a maniche lunghe, incubo di qualsiasi difensore. Arrivato con l’etichetta di scommessa, è diventato uno dei migliori della storia del club.