Non c’è nulla, in tutta Europa, che non dico si avvicini a questo teatro ma ne dia la più pallida idea. Questa sala, ricostruita in trecento giorni, è un colpo di Stato. Essa garantisce al re, meglio della legge più perfetta, il favore popolare… Chi volesse farsi lapidare, non avrebbe che da trovarvi un difetto. Appena parlate di Ferdinando, vi dicono: ‘ha ricostruito il San Carlo!’
–Stendhal
Diversi incendi hanno devastato le città italiane ed europee. Nel dettaglio anche le opere d’arte hanno sofferto le fiamme e tra queste i teatri. La Fenice di Venezia, il Teatro Petruzzelli di Bari oppure la Biblioteca Accademia delle Scienze di Mosca sono solo alcuni esempi. E come ogni evento storico o curiosità sulla città di Napoli, anche l’incendio del Teatro San Carlo del 1816 è protagonista della rubrica Discover Naples.
Un Lirico per la città
Ad affiancare il Teatro di Corte del Palazzo Reale di Napoli, Re Carlo di Borbone affida a Antonio Medrano e Antonio Carasale (impegnati con il progetto del Sito Reale di Capodimonte e successivamente denunciati per delle “tangenti”) la costruzione di un teatro per la città. Nel 1737 nasce il teatro lirico più antico d’Europa nella zona di Largo di Palazzo e dell’antico Rione Santa Brigida.
44 anni prima della Scala e 51 anni dalla costruzione della Fenice, il potere regio napoletano viene rappresentato dal Lirico. 6 ordini, un palco reale in rosso e gli abbellimenti in azzurro e argento per un edificio che avrebbe ospitato 1379 posti. Inaugurato il 4 novembre, giorno dell’onomastico del Re, sfoggia “Achille in Sciro” di Pietro Metastasio, con musica di Domenico Sarro.
L’incendio del Teatro San Carlo
Lo splendore del Teatro San Carlo viene rivisto da Antonio Niccolini nei primi anni del XIX secolo. Vengono rivisti gli interni e il portico ai tre ingressi del teatro ma l’incarico affidatogli da Gioacchino Murat non è l’unico…
La notte del 12 febbraio 1816, il teatro San Carlo di Napoli venne invaso dalle fiamme. Un incendio causato da una lanterna lasciata accesa durante le prove di uno spettacolo. Degli interni rimasero soltanto le mura perimetrali e non bastò la mobilitazione dell’esercito e della popolazione per spegnere il rogo. In concomitanza con la Restaurazione borbonica, Ferdinando I delle Due Sicilie ebbe il modo di far risplendere il Regno.
In meno di un anno viene rifatto il Massimo napoletano sempre ad opera di Antonio Niccolini allargando il boccascena e cambiando i colori degli interni. Inoltre viene dipinto, avverrà anche in tempi successivi, più volte il sipario raffigurante oggi un simbolico Parnaso. I cambiamenti non si assestano: nel 1844 viene migliorato l’esterno del teatro che nel 1937 (in piena epoca fascista) ha il suo foyer.
Il teatro ha avuto tanti ammodernamenti, per ultimi quelli post bellici dopo i bombardamenti del 1943. Ha visto lo sventramento del Risanamento e la costruzione della Galleria Umberto I con il pronao per creare lo slargo a dare maggior maestosità alla facciata. Ma nonostante ciò, la bellezza e la storia sono i due elementi fondamentali che hanno reso il San Carlo celebre in tutto il mondo.
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