La musica tradizionale in una chiave di innovazione. È questa la mission del duo musicale che compone Profilogreco che si è raccontato ai microfoni del Corriere di Napoli. Tra lo-fi, liquid dubstep, funk e synth pop, attraverso una sonorità urban, il duo musicale unisce la cultura e la lingua Napoletana. Un progetto ambizioso e unico, che parte dalla periferia partenopea in uno stile che si fonda nelle viscere partenopee e si evolve nell’innovazione musicale.
Profilogreco: l’origine del progetto
Napoli è stata fondata dai greci, quindi in ogni napoletano puoi trovare un profilo greco. La ricerca delle origini è fondamentale per noi.
-Emanuele Ascione
Come detto nell’introduzione, la musica proposta da Profilogreco ha delle radici profonde. Proprio come Napoli, che nel 476 a. C. venne fondato dai greci di Siracusa. L’origine ellenica è presente in ogni partenopeo e anche nel progetto è presente questa influenza. Ma da dove nasce effettivamente questa passione per la musica?
Il progetto Profilogreco nasce nel 2017 dall’esigenza di me e mio fratello Luca di buttare fuori tutto quello che avevamo dentro.
Luca che per anni ha coltivato la passione per la musica privatamente, scriveva delle belle canzoni in napoletano, che io per gioco ho provato a produrre: da tutto questo è nato il nostro primo brano “Nun se torna areto”, una sorta di j’accuse contro i responsabili del disastro ambientale che da tempo perseguita la nostra terra.https://www.youtube.com/watch?v=v3VYJOuzQc8&list=PLu_qOG7yo01fV-Ni0N1jorkIx-BIJ6b_W
Una passione influenzata dall’amore per la musica da parte dei familiari. Una melodia tradizionale, con gli artisti campani diventati modelli per gli stessi Emanuele e Luca.
Gran parte del nostro bagaglio di conoscenze riguardo la musica napoletana la dobbiamo a nostra nonna e nostro padre. Nostra nonna Eleonora era solita cantare classiche napoletane anche molto antiche e da quanto ne sappiamo non ha mai posseduto uno stereo o un giradischi. Nostro padre collezionava vinili di autori napoletani come Nino D’Angelo, De Crescenzo e gruppi come gli Showmen.
È stato poi Luca a suggerire di provare a interpretare un brano di Nino D’Angelo come “Odio e lacreme”, che è contenuto nel disco “Il ragù con la guerra”, dove la sua ricerca musicale si sposta dal vecchio binario neomelodico.
Sarebbe un onore per noi incontrare un maestro come lui, anche solo per avere la possibilità di ascoltare insieme il brano.
L’obiettivo e le prime produzioni
Agevolati dall’uso dei social e soprattutto da internet, che con le sue piattaforme permette a tutti di accedere al mondo della musica, il duo musicale ha un obiettivo ben preciso: la ricerca. La domanda dei due fratelli è ben precisa: quanto può la contemporaneità di un suono mescolarsi alla tradizione della cultura musicale classica napoletana? La storia di Napoli e la sua lingua è un mix di culture unico e straordinario e Profilogreco prova a fare lo stesso con la sua musica.
Tra le diverse produzioni, il primo brano inedito è stato “Nun se torna areto”. In seguito hanno rilasciato altri inediti sperimentando vari generi, producendo completamente da soli, come tutti gli altri brani, un EP chiamato “Mai No”. Ma i progetti non finiscono qui, Covid permettendo…
Stiamo producendo un nuovo disco che speriamo di farvi ascoltare presto. Purtroppo la lavorazione va a rilento anche a causa del covid: noi non viviamo più nella stessa casa da anni e riusciamo a incontrarci molto poco.
Ci manca molto suonare tra la gente, ma di più ci manca suonare e basta: tutte le volte che ci incontriamo devono nasconderci la chitarra, altrimenti non la finiamo più!
La musica tradizionale incontra l’innovazione: un grande in bocca al lupo a Emanuele e Luca!
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