
Per la rubrica #vivinapoli, il Corriere di Napoli racconta di tesori sconosciuti, uno, in particolare nel cuore del Rione Sanità. È nascosto sotto le cantine dei palazzi, i garage, gli antichi forni dismessi. Per ritrovarli serve andare per alcuni metri nel sottosuolo, ad una profondità di circa 10-12 metri. Si tratta di tombe antiche. Sepolcri ipogei di epoca ellenistica, disposti in camere realizzati tra la fine del IV e gli inizi del III secolo.
La maggior parte di questi tesori sconosciuti è locata tra via Arena alla Sanità, via Santa Maria Antesaecula, via Vergini, via Cristallini, via Foria e vico Traetta, assumendo il carattere di necropoli in quanto molti erano situati in serie lungo una coeva strada pubblica, dove in età classica si potevano tranquillamente ammirare gli accessi. Questi sepolcri generalmente simoboleggiano le espressioni dell’aristocrazia napoletana del periodo. Erano tutti particolarmente sontuosi, ornati con statue dai colori vivaci, affreschi e colmi di ricchezze. Una rappresentazione tangibile dell’arte del tempo: caratterizzata, ovviamente, da quella greca, ma con caratteri sannitici e, persino, influenze dell’arte egizia ed orientale. Nonostante questa tomba abbia un valore storico-artistico enorme, non è l’unico reperto antico visitabile a Napoli. Questo fa capire la quantità e qualità di cultura che è reperibile nel capoluogo campano anche non con troppa difficoltà, stando a poche decine di metri nel sottosuolo.
Questi tesori sconosciuti sono di grande rarità basti pensare che uno dei più vicini, oltre a quelli nel territorio napoletano, è situato in Asia Minore.
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