
Il Napoli esce vittorioso dalla sfida col Bologna, con merito.
Ricorderemo la parata di Ospina, ma solo perchè da ormai quasi un mese non si riescono a chiudere le partite.
Abbiamo vinto giocando bene e ci rammarichiamo per non averla messa in ghiaccio, quindi il bicchiere è pieno a tre quarti.
Sappiamo che questa squadra ha un’idea di gioco, un’identità, tanto carattere e molto cuore.
E’ un Napoli un po’ testone, mai come quest’anno spiccicato al suo verace allenatore.
Ringhio si incaponisce con la sua idea di formazione e non sempre la manovra è fluida o frizzante come quella di stampa Sarriana di qualche anno fa.
Il problema enorme di Gattuso è Mertens, anzi il suo talento.
Il suo vecchio ruolo quest’anno è di Osihmen, cavallo di razza nigeriano, ma Dries, nonostante sia un po’ spaesato, non può stare fuori.
Il testone calabrese non avrà pace finché non sarà riuscito nel suo progetto.
Mertens, arrivato come vice Insigne nel 2013, si appresta vivere la sua terza vita in azzurro.
I nostri 11 di giornata
1 – basta un solo gol al Napoli per battere il Bologna. La rete di Victor arriva dopo una delle tante giocate del Chuky.
A volte si ha l’impressione che il messicano corra più veloce del pallone, ma quando punta e parte non si prende, a meno che non si abbatta.
Viaggio pagato sul Frecciarossa Napoli- Bologna, offre Lozano;
2– terzini sinistri in rosa, ma gioca Hysaj. Il tecnico spedisce in tribuna i due laterali rimproverandogli scarso impegno.
La scelta dell’albanese, è il sunto della volontà del tecnico azzurro: applicazione e sacrificio.
Non ha la classe spagnola o la fantasia brasiliana, ma Elseid è al momento indispensabile. Usato Garantito;
3 – i cartellini sventolati in faccia a quelli del Bologna, troppo pochi per un atteggiamento così duro.
Danilo voleva insegnare la Capoeira a Lozano e Tomiyasu, nemmeno ammonito, sembra Karate Kid quando spazza via il messicano.
Campo da calcio o tatami?
4 – al Var, al regolamento e all’arbitro Pasqua. Richiamato al monitor per un fallo di mano, annulla il gol di KK.
In via teorica tutto giusto, peccato che il fallo di mano avvenga perché un avversario tira giù Osimhen.
Il regolamento non va interpretato, ma applicato.
Possibilmente da qualcuno che ci capisce qualcosa, perchè così fa piangere… lacreme napulitane;
5 – ante, quelle di Bakayoko. L’emblema della partita del mediano azzurro è un momento in cui a rotazione lo calciano un po’ tutti i giocatori rossoblu.
Il buon Tiemoue, senza scomporsi continua a tenere palla, finché scocciato si ferma e li guarda: gli impavidi avversari fischiettano innocenti tipo schiaffo del soldato.
Stateve accort’, il Cavaliere Oscuro fa sul serio;
6 – gol subiti in totale su nove partite disputate tra campionato ed EL.
La difesa azzurra non scricchiola più, ed è merito anche di un maggiore affiatamento tra Kouly e Manolas.
Dall’umiltà perduta lo scorso anno passano le vittorie ciniche e fondamentali.
Per capire chi siamo, dobbiamo capire da dove veniamo;
7 – a Osimhen che si sblocca fuori casa. Migliora partita dopo partita anche come atteggiamento.
Gattuso gli racconta il segreto della serie A: ti meneranno fino a che ne hanno la forza, e tu devi reagire con l’unica arma di un centravanti, il Gol.
Fidati di chi si prende cura di te Victor.
Cat Stevens cantava Father and son, è perfetta per voi;
8 – a Ospina ed il miracolo al minuto 86. Non è una parata plastica, ma un saggio di esperienza e praticità.
Il colombiano ipnotizza Orsolini e quasi lo spinge a tirare lì, in quel modo. David Mentalista;
9 – punti su nove disponibili in trasferta finora. Ruolino di marcia irreprensibile e partite dominate sotto molti aspetti.
Adesso dobbiamo solo rendere imperforabile il San Paolo, immaginando la spinta di cinquantamila cuori innamorati dell’azzurro Napoli. Fino alla fine;
10 – la decima partita della stagione arriva il 22 contro un Milan diverso da quello di questi anni. La sfida coi rossoneri indicherà il livello del Napoli sulla scala di valutazione. Partita d’altri tempi e finalmente sfida al vertice, ma non definitiva.
Il meglio deve ancora venire;
11 – titolarissimi. La formazione tipo di Gattuso si è capita, ma mastro Ringhio ruota spesso tutti gli arruolabili che ha a disposizione.
La fortuna del mister è il gruppo, il più forte che abbia mai allenato.
La fortuna del gruppo è un tecnico desideroso di imparare, sbagliare e migliorare. Nella vita certi incontri cambiano i destini.
Il momento è qui, adesso. Domani sarà tardi.
LIVE Bologna-Napoli, Serie A 2020/21: finisce con una vittoria per gli azzurri la trasferta emiliana