
Quando lo sport si ferma? Nel nuovo DPCM del 18 Ottobre 2020, vi sono nuove restrizioni riguardo lo sport, a causa dell’aumento dei contagi
“Lo svolgimento degli sport di contatto, come individuati con provvedimento del Ministro dello Sport, è consentito soltanto per “gli eventi e le competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra riconosciuti di interesse nazionale o regionale dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP) e dalle rispettive federazioni sportive nazionali, discipline sportive associate, enti di promozione sportiva, ovvero organizzati da organismi sportivi internazionali”.
“Per tali eventi e competizioni è consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1.000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi”.
Insomma, questo blocco sarà valido per gli sport dilettantistici di contatto. Il che implica lo stop delle partite di calcetto tra amici, lo stop dei campionati dalla seconda categoria in giù, per quanto riguarda il calcio. Si, quindi anche gli allenamenti collettivi per i bambini delle scuole calcio. Per rendere l’idea di questo blocco l’esempio si può prendere dagli allenamenti delle squadre professionistiche post-lockdown.
Palestre e piscine hanno una settimana a disposizione per porre delle norme di sicurezza valide, altrimenti le prossime chiusure saranno dedicate a loro.
Quando lo sport si ferma c’è da chiedersi: la gestione del virus degli scorsi mesi può considerarsi valida? Perché i trasporti e altri servizi pubblici non hanno alcun cambiamento o revisione, e scuole e sport vengono presi subito “di mira”? Quel che è certo, è che per qualche tempo dovremmo dire addio allo sport, come sempre bistrattato dalle nostre istituzioni.
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