
Il Comune di Napoli chiude Amico Bio Mergellina
“Il comune di Napoli fa acqua da tutte le parti”: questa la dichiarazione dell’imprenditore campano Bruno Zarzaca. Il fondatore del noto gruppo di ristorazione biologica “Amico Bio” aveva aperto la sua sede a Mergellina appena tre anni fa per portare il suo mondo anche sul turistico lungomare della città. La prima apertura era avvenuta nel centro storico a Piazza Bellini vent’anni fa con “Amico Bio – Sorriso Integrale”.
Danni da allagamento
La chiusura del locale di questi ultimi giorni è dovuta agli ultimi danni (di diecimila euro) provocati dall’ennesimo allagamento dovuto alla pioggia di domenica scorsa. L’imprenditore sottolinea: “La cosa che fa più rabbia è che i danni da allagamento a Napoli, che non è certo una città con il clima dei paesi delle Dolomiti, sono il vero ‘pizzo’ che siamo costretti a pagare perché inevitabilmente almeno un paio di volte all’anno ci sono questi disastri che al nostro ristorante causano una ‘tassa’ aggiuntiva di 20mila euro annui”.
Il sindaco di Napoli incurante dei bisogni primari dei cittadini
Inoltre, Zarzaca accusa il sindaco di Napoli di essere troppo impegnato “nel filosofeggiare e nel twittare” senza curarsi dei servizi essenziali per i cittadini. “Il mal funzionamento dei trasporti crea continuo disagio ai lavoratori, la mancata manutenzione stradale crea continui danni economici agli automobilisti e l’incapacità di risolvere il problema degli allagamenti alla prima pioggerellina autunnale crea continui disastri economici ai commercianti”.
Zarzaca contro la burocrazia di Napoli
Tuttavia, le accuse dell’imprenditore nei confronti della burocrazia di Napoli non finiscono qui. Egli denuncia anche le concessioni di suolo pubblico per occupazioni di spazi esterni che non hanno avuto “in misura eguale per tutti quella rapidità e quell’apertura che era stata promessa dal Sindaco de Magistris per venire incontro alla crisi economica dei locali pubblici causata dal lockdown”. Zarzaca si sente colpito particolarmente in quanto pensa che l’amministrazione comunale a volte si accanisca contro coloro che invece provano davvero ad investire nella città.
L’imprenditore costretto a deporre le armi
Nonostante egli sia completamente certo delle sue ragioni e delle sue dichiarazioni, afferma che si tratterebbe di una “lunga battaglia legale assolutamente inutile”. Per cui ha deciso di non sprecare soldi ed energie: i danni sono troppi e la sua scelta si è spostata verso la chiusura del suo ristorante. Un luogo questo che sembra essere l’ennesimo ristorante napoletano sepolto dalla burocrazia.
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