Per imparare ad avere successo, devi prima imparare a fallire.
Si potrebbero prendere in considerazione tantissime frasi per descrivere Michael Jeffrey Jordan. E probabilmente The Last Dance ci è riuscito. La serie più vista di sempre su Netflix Italia è un mantra da seguire. Un documentario da guardare e non soltanto per gli appassionati di basket e di sport. Una distribuzione partita lo scorso 19 aprile contemporaneamente anche su ESPN, produzione del docu-drama. 10 episodi ricchi di pathos, colpi di scena ed emozioni. Anche per chi conosce la storia dei più grandi di sempre: i Chicago Bulls.
Gli appassionati di tutto il mondo hanno ammirato le gesta di una squadra che ha vinto 6 titoli in 8 anni e probabilmente, a detta di MJ23, ci sarebbe stato un settimo senza la decisione del GM Jerry Krause. Già, perché la voglia di vincere spesso porta i grandi campioni a non voler abbondare, ma il dubbio amletico è sempre lo stesso: meglio lasciare da vincenti o in fase decadente? The Last Dance descrive in ogni minimo particolare le sfaccettature di una squadra ineguagliabile nella Storia della NBA.
THE LAST DANCE: LE TAPPE DEGLI EROI
The Last Dance era un film annunciato: a proposito, ESPN è pronta a lanciare anche un film sulle Finals ’98. Riprese minuziose in ogni angolo del basket, in ogni prospettiva delle vite dei giocatori, attori perfetti in uno scacchiere di fenomeni. I controversi Scottie Pippen e Dennis Rodman, che attraverso le difficoltà della vita, sono diventati le due spalle del più grande atleta di sempre. Steve Kerr, che rivoluzionerà il basket con i Golden State Warriors da coach, e la realtà di gregario in una squadra formata dal mix perfetto e che per lunghi 14 anni ha visto The Black Jesus.
His Airness è il protagonista della serie, come lo era in quei campionati che tanto somigliano ai cartoni animati dove un supereroe salva le sorti dei compagni. Air Jordan, tra la morte del padre, il ritiro e le pressioni è stato il più grande di sempre: un modello da seguire e che probabilmente in futuro potrebbe essere un leader anche in campo politico. Magari è una provocazione, proprio come quelle lanciate da parte della serie tv.
Un indagine sulle vicissitudini di squadra, i complotti e le vittorie, capeggiate da un grande ex cestista ed allenatore: Phil Jackson. Una delle più grandi dinastie della Storia del basket e non solo. La fortuna di averli potuti vivere dev’essere un privilegio. Per i più giovani questa serie è stata una testimonianza di come una generazione di fenomeni abbia esportato il fenomeno NBA in giro per il mondo, attraverso film, musica, spot e tanto tanto basket. Una serie che magari potrà essere candidata a qualche Oscar ed essere modello per altre gesta sportive raccontate ancora troppo poco.
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