Na tazz e cafè. Nuovo appuntamento pomeridiano con CantaNapoli, la nostra rubrica dedicata alla canzone napoletana. Primo articolo di Aprile dedicato a una dei componimenti più conosciuti del primo ‘900, “Na tazz e cafè”.
Questo brano fu scritto nel 1918 da Giuseppe Capone, nonchè autore anche di “Comme Facette Mammeta”, e narra della sua strana storia d’amore.
Il giovane Giuseppe lavorava come cameriere in un bar, il Caffè Portoricco, che si trovava in via Guglielmo Sanfelice, nel centro di Napoli. In quel bar lavorava anche la donna di cui si era innamorata, una certa Brigida, che era una cassiera rinomata per il suo carattere scontroso, ma nonostante questo amata da moltissimi uomini.
Mentre Brigida, rifiutava tutti gli uomini che volevano scambiare due parole con lei, Giuseppe Capone, prese carta e penna, e iniziò a scrivere la canzone che oggi noi tutti conosciamo. Una poesia dove Brigida è paragonata a una tazza di caffè amara ma in grado di diventare dolce nel caso in cui si aggiungesse lo zucchero.
Una storia d’amore di cui però non sappiamo il finale, la poesia successivamente venne musicata da Vittorio Fassone e divenne una canzone.
Abbiamo tantissime versioni di questo brano: la più celebre è quella di Roberto Murolo, ma ne esistono tantissime altre. Da Claudio Villa a Bruno Venturini, passando anche per Renzo Arbore. Inoltre abbiamo anche varie cover, di cui una Ska realizzata da Frank Tellina.
Dopo tutta questa meravigliosa storia, si è fatta proprio ora di prendersi na tazz e cafè!
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