Dopo aver mancato la prevista uscita il 9 di Marzo, causa la chiusura delle sale per il fenomeno Covid-19, il film d’esordio di Francesco Lettieri, “Ultras”, è finalmente disponibile sulla piattaforma streaming di Netflix dallo scorso 20 di Marzo.
LA TRAMA: tra passione “Ultras”, violenza e calcio
Siamo a Napoli, una città dove per il calcio si vive e ci si nutre, in cui la passione per la squadra locale viene condivisa da tanti in modi diversi. Ultras ce lo racconta partendo dal protagonista Sandro, detto ” ‘0 Mohican”, che a quasi cinquant’anni è ancora a capo del gruppo di tifosi
organizzati che risponde al nome di “Apache”. Con loro Sandro ha passato gran parte della sua
vita attorno allo stadio ed al calcio, tra tifo, passione e scontri. Soprattutto con le tifoserie settentrionali, ma, costretto a stare lontano dallo stadio per il DASPO (Divieto di Accedere alle manifestazioni sportive), è arrivato a un momento della propria esistenza in cui le sue certezze iniziano a vacillare. Inn cui la voglia di fermarsi e provare a vivere una vita normale inizia a prendere il sopravvento. Questa diventa concreta nel suo incontro con una donna, con cui torna ad avere gli atteggiamenti e le insicurezze di un adolescente, Terry.
Ma questa pellicola non si focalizza solo ed unicamente sulla voglia di rivalsa del Mohicano, ma anche sulla storia del giovane Angelo, che ha solo sedici anni, e considera il gruppo degli Apache la sua famiglia. Quando anni prima suo fratello Sasà è morto durante degli scontri verificatisi in una trasferta a Roma, Sandro ne ha preso il posto.Quest’ultimo diventa una vera e propria guida per il giovane ultras. È nel rapporto tra loro, nei personaggi, che il film di Lettieri trova il suo principale compimento. Ovvero quello di raccontare tre diverse generazioni attraversate da questa folle passione, fenomeno calcistico e sociale che rappresenta le diverse stratificazioni della nostra società.
UN FILM CHE FA DISCUTERE
Perché, ma sopratutto, coma mai il film “Ultras” non è piaciuto agli stessi Ultras? In fondo i protagonisti sarebbero dovuti essere loro, eppure dal mondo del tifo organizzato, sopratutto quello partenopeo che si è sentito chiamato in causa, sono arrivate durissime critiche al film. Troppo poco fedele, secondo le idee degli Ultras, che hanno addirittura manifestato il loro scontento tramite uno striscione fuori lo stadio San Paolo, la rappresentazione del mondo delle curve. Zero i riferimenti al calcio. Tanti, invece, i riferimenti alla storia del giovane tifoso partenopeo Ciro Esposito, che ha infastidito, e non poco, Antonella Leardi, madre del ragazzo, e all’Associazione Ciro Vive, che ne hanno preso le distanze. Tante sono state anche le critiche mosse al film di Lettieri per aver usato Pozzuoli come base per le riprese, evitando i contatti con la realtà della città di Napoli.
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1 thought on “Cinema, Sport: “Ultras”, il film sul tifo che fa discutere”